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Como, le gare deserte e i sogni (per ora) spezzati: in via Longoni il Belvedere è diventato un orrido

E meno male che il Rugby Como tiene duro: lo ha fatto fino al 23 luglio scorso, tornerà a farlo dall’ultima settimana di agosto con la ripresa della preparazione per la stagione 2023-2024. La palla ovale, infatti, resta nonostante tutto il cuore pulsante del centro sportivo comunale Belvedere, in via Longoni, che soltanto pochi giorni fa ha visto finire nel nulla il terzo tentativo del Comune di riqualificare completamente la zona. L’appalto è sempre il solito, rimasto infruttuoso a ripetizione e basato su un corposo finanziamento Pnrr (766mila euro) a cui Palazzo Cernezzi aggiungerebbe altri 230mila euro. Ma quella gara da un milione sembra maledetta: tre volte – e con metodi diversi – l’amministrazione ha provato a pagarci la completa riqualificazione del centro sportivo e altrettante volte nessuna ditta si è detta interessata. E ora non restano che dubbi e speranze, in attesa, è presumibile, di un altro tentativo prima che i finanziamenti europei rischino di svanire. Bisogna davvero auspicare che prima o poi un appalto vado in porto, perché le condizioni del centro le vedete nelle foto di scattate ieri mattina 2 agosto.

L’assenza di atleti e i cancelli sbarrati per la pausa estiva, ovviamente, hanno dato un tocco di desolazione in più ma la situazione è esattamente come appare: disperata a causa di decenni di incuria e disinteresse delle varie amministrazioni che si sono succedute, incapaci di dare un pizzico di dignità a un luogo che sarebbe – e in un lontano passato è stato – un’autentica oasi dello sport comasco.
Eppure oggi – tralasciando l’odore nauseabondo che ieri accoglieva chi si affacciava ai campi, per i sacchi di rifiuti sotto il sole d’agosto – l’impatto è di quelli forti.

Il campo a 9 appena al di là della rete (quello più grande era inaccessibile) si presentava così: manto abraso, usurato e fessurato in più punti, rete della porta a terra per tre quarti e pali circondati da lunari arbusti secchi.

In generale, la recinzione che perimetra tutta la zona versa in condizioni pessime e dall’altra parte, una specie di foresta naturale in questa sospensione estiva alimentata anche dai maxi temporali di stagione, è diventata la vera padrona di gran parte dell’area.

C’è una palazzina marrone, alla sinistra. Da una delle porticine aperte, strabordano quelli che sembrano rifiuti e paccottiglia varia. Sull’altro lato, vetri rotti dall’aspetto sinistro.

I vecchi campi da tennis (ancora ben visibili nella prima foto d’archivio qui sotto datata 2019, ndr) da anni e anni non esistono più e ricordano la loro esistenza solo per i resti di terra rossa. Ora si scorge la sagoma di una struttura che certamente potrà ospitare qualche funzione più utile.

La vecchia pista del pattinaggio a rotelle – in realtà usata negli ultimi tempi per prove di ciclismo fuoristrada – giace silenziosa e spoglia in fondo, isolata un po’ da tutto. Vero simbolo di un tempo passato, legato alla disciplina originaria che a Como è di fatto ridotta al lumicino se non sparita del tutto.

E dall’altro capo del centro, dove c’è il cancello che ospita anche il parcheggio per il Rugby, viene da pensare a quanta attenzione debbano fare atleti e accompagnatori nel solo entrare, viste le condizioni pietose dell’asfalto sbriciolato e bucherellato.

Insomma, al netto degli sforzi veramente encomiabili di manutenzione e impiego di chi lì ancora si allena, suda e prova a mentenere il decorso delle strutture – in un’eterna partita contro un destino avverso – il Belvedere di via Longoni è davvero a un passo dall’irreversibile. Il progetto rimasto al palo per ben tre volte, come si accennava prima, prevede la riqualificazione del campo da rugby, l’arrivo del padel, un nuovo impianto per gli skaters, la riqualificazione della pista per i pattinatori, la demolizione e ricostruzione degli spogliatoi, la sistemazione delle aree verdi. Ora, dopo il terzo brusco stop, il sogno vacilla. E con esso i fondi del Pnrr. Serve un miracolo e tutti devono sperare che accada.

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3 Commenti

  1. Una volta Como aveva centri sportivi, palestre, piscine, campi da calcio…. che sono rimasti com’erano senza più investimenti e senza “visioni” e questo è quel che resta, un patrimonio decadente e difficile da recuperare…. chissà perché le ditte sono disinteressate a questi lavori?

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