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Cernobbio e la protesta contro i nuovi palazzi. L’ex assessore Lironi: “Idea stile anni ’70 con pochissimi benefici per la città”

La bufera sollevata dall’ipotesi di costruire due nuovi condomini da otto piani ciascuno a Cernobbio sull’area delle ex Grafiche Dotti, tra via V Giornate e via Manzoni, non accenna a placarsi.

Dopo la raccolta firme promossa da alcuni cittadini sulla piattaforma petizioni.com, giunta in pochi giorni a quasi 400 firme, che chiedono un più approfondito studio di progettazione dell’intero quartiere, è ora l’ex assessore all’Urbanistica e Edilizia Privata, e architetto, Daniele Lironi a intervenire nel dibattito.

“Il mio è un intento più propositivo che polemico – ci tiene a chiarire immediatamente – ai tempi dell’amministrazione Furgoni, abbiamo approvato la variante al Piano di Governo del Territorio con l’obiettivo di un minor consumo del suolo approvando comunque la trasformazione di zone in disuso come quella delle ex Grafiche Dotti. Ma il progetto presentato ora per il futuro di questa zona, a mio parere, richiede alcune riflessioni”.

Fermo restando, infatti, la necessità di concedere la possibilità di realizzare nuovi edifici, anche di impatto, quella di Lironi è una richiesta a pensare al bene di Cernobbio in maniera più alta, andando oltre il semplice recupero di un’industria dismessa: “Così com’è stato presentato, il progetto sembra un’occasione sprecata, un’idea modello anni ’70 con pochissimi benefici per Cernobbio – spiega – i percorsi pedonali in grado di collegare la zona al centro si riducono a un unico tratto lungo la roggia e, oltretutto, al Comune andrebbero uno spazio magazzino e alcuni box che poi affitterebbe o venderebbe a privati, con zero benefici per la comunità, al contrario di quanto auspicato nel PGT. E a questo aggiungiamo anche che non è stato fatto alcuno studio sull’impatto sul traffico. Quello che occorre è un progetto unitario per tutta questa zona”.

Cernobbio, bufera e petizione contro i nuovi condomini alle ex Grafiche Dotti: “Fermate il progetto”

Anche sulle altezze dei futuri condomini, Lironi ha le idee chiare: “L’impatto va ridimensionato per inserirlo meglio nel contesto – dice – questo non significa solo edifici bassi ma sicuramente non edifici di questo tipo con una concessione che si rifà a una legge regionale messa in discussione da più parti e sotto l’esame del Tar (la legge 12/2005 Ndr) perché, a fronte del recupero di aree dismesse, concede un aumento di volumi e una riduzione degli oneri da riconoscere al Comune”.

La strada quindi, secondo Lironi, è che l’amministrazione comunale si sieda al tavolo con il privato per rivedere il progetto: “Cernobbio è sicuramente una zona molto appetibile a livello immobiliare e va bene sostenere iniziative di recupero ma a un’amministrazione si chiede di governare le trasformazioni del territorio con l’onere, e l’onore, di pensare bene a che eredità lascerà ai suoi cittadini – conclude – per questo bisogna andare oltre gli scontri ideologici e ragionare insieme, e io stesso sono disponibile a dare il mio contributo, altrimenti il rischio è quello di perdere tutti una grande occasione”.

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Un commento

  1. Un deja vu che ricorda gli edifici dell’ex Ventura. Tante parole di sdegno, giuste, tanti “si dovrebbe”. Ma signori amministratori, passati e futuri, state attenti a quello che votate ( o meglio a ciò che i pianificatori vi sottopongo)! Il Pgt lo consente? Ahi ahi, ormai l’avete adottato, queste sono le conseguenze….

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