Il trasferimento dell’Archivio dello storico comasco Raul Merzario al Museo della Seta non è piaciuto ai soci fondatori della Biblioteca di Cernobbio (Benvenuto Barelli, Giordano Besana, Orlando Bolla, Tiziana Bombardieri, Anna Cervi, Irene Fossati, Giulio Isola, Alberto Nanni Costa, Fausto Tettamanti, Franco Edera, Graziella Luchi) che hanno indirizzato all’Amministrazione comunale una lettera aperta che, sebbene educatissima nei toni, lascia trapelare amarezza e rabbia per questa decisione chiedendone a gran voce il ritorno in quella che doveva essere la sua sede designata.
Qui anticipavamo la vicenda:
Nuova casa per il genio di Raul Merzario: da Cernobbio al Museo della Seta
La vicenda dell’immenso patrimonio librario e documentale dello storico comasco scomparso nel 2006 ci era stata raccontata poche settimane fa su ComoZero settimanale cartaceo dal curatore dell’Archivio stesso, Rolando Fasana, che ci aveva parlato di centinaia di fascicoli, tesi e documenti che, insieme a una biblioteca di oltre 3000 volumi, raccontavano di una vita dedicata allo studio della società e dell’economia dei territori alpini. Su desiderio della famiglia, libri e documenti dovevano essere donati al Comune di Cernobbio e per questo motivo, nel 2009, era nato il Centro Studi Raul Merzario con sede a Villa Bernasconi. Nel tempo però, la villa era stata assegnata ad altri scopi, l’associazione senza più una sede aveva perso vigore e il Comune, a cui era già stato donato l’intero fondo librario, non era stato in grado di provvedere adeguatamente alla valorizzazione dell’archivio.
Da qui la scelta della famiglia di donarlo al Museo della Seta e da qui, come in un domino, la reazione dei fondatori della biblioteca cernobbiese che oggi esprimono “stupore e incredulità a fronte di un simile accaduto, con il quale la dotazione culturale del polo bibliotecario di Cernobbio viene deprivata della parte più preziosa del suo patrimonio – così si legge nella lettera – un accaduto inspiegabile, peraltro tenuto fuori dall’ufficialità, che stride apertamente con lo spirito deliberato dal Consiglio comunale al momento della costituzione dell’Associazione Centro Studi e Ricerche Raul Merzario, di cui lo stesso Comune di Cernobbio fu socio fondatore (deliberazione di Consiglio Comunale del 10 novembre 2008, con voti unanimi favorevoli dei n. 15 consiglieri presenti, fra cui l’attuale Sindaco Matteo Monti, l’attuale Presidente del Consiglio Valter Colombo, l’attuale consigliere Cristina Tettamanti). I sottoscritti ritengono che, nello spirito di quanto deliberato dal Consiglio comunale, compito dell’Amministrazione, depositaria di un patrimonio intellettuale di inestimabile valore quale quello del fondo Merzario, fosse quello di attivarsi per assegnare, fra i tanti a disposizione, spazio e strumenti adeguati che facilitassero, oltre all’accesso e la consultazione da parte degli studiosi, l’attività stessa e l’opera di divulgazione del Centro Studi. Viceversa, con il trasloco della biblioteca nel 2019, e la mancata riassegnazione di una sede al Centro Studi, l’archivio non ha più trovato una collocazione dignitosa e funzionale ad un’adeguata valorizzazione”.
Nonostante la donazione sia già ufficializzata e nonostante il Museo della Seta sia in grado di fornire garanzie di tutela e consultabilità, la richiesta dei sottoscrittori della lettera non lascia spazio a dubbi: l’archivio va riportato a Cernobbio e deve rappresentare l’occasione di dare vita all’intero polo bibliotecario da loro stessi fortemente voluto.
“I sottoscritti rivolgono un appello agli Amministratori perché nulla venga lasciato intentato per riportare l’archivio Merzario nella sede cernobbiese, dove trovava la sua naturale collocazione – scrivono – esprimono contestualmente l’auspicio che questa possa essere l’occasione per infondere nuova linfa e vigore al polo bibliotecario cernobbiese, destinandogli finalmente, anche con il recupero di edifici storici dismessi quale il palazzo delle vecchie scuole, come più volte osservato, spazi e strumenti consoni alla sua precipua funzione di centro promotore di Cultura nel senso più esteso della parola. Nella speranza che Cernobbio voglia riappropriarsi di quello spirito di servizio alla conoscenza che l’animava alla fondazione della biblioteca, i sottoscritti restano in attesa di essere informati sullo sviluppo della vicenda”.