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Attualità, Politica

INTERVISTA Clamoroso, anche Martinelli lascia Rapinese: “Lui non mi sopportava più”

AGGIORNAMENTO (20.37): INTERVISTA A MARTINELLI IN FONDO ALL’ARTICOLO

Non ha chiarito con precisione le ragioni ma, primo intervento durante le preliminari di questa sera in Consiglio comunale a Como, Paolo Martinelli, alfiere d’acciaio della lista Rapinese, ha annunciato l’addio al gruppo per passare nel Misto.

“La mia costanza infinita, il mio modo di fare e di essere autonomo, deciso e fermo sugli obiettivi da raggiungere credo che al mio gruppo ora, da tempo, sono arrivati a essere un ostacolo”, ha detto.

Quindi ancora: “Con rammarico, questa sera voglio annunciare che uscirò dal gruppo Rapinese Sindaco. Chiedo alla presidente (Anna Veronelli, Ndr) come potrò entrare nel gruppo Misto, sempre in opposizione”.

“Devo ringraziare il mio capogruppo Alessandro – ha poi aggiunto – che dal 2017 mi ha dato un’opportunità unica. Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto ho sempre in mente la città di Como, credo come tutti noi. Io ho un modo magari troppo diretto, mi fermo qui. Non voglio dire troppe parole, però prima voglio ricordare il mio collega a Palazzo Cernezzi, il mio avvocato del gruppo, Fulvio Anzaldo. E, perché no?, un ringraziamento anche alla ex collega Ada Mantovani. Per i primi due anni eravamo in quattro, un gruppo bello, forte. Però questa mia scelta è stata presa con tanta umiltà. Perché sono stato invitato dal mio capogruppo Alessandro Rapinese e ci ho pensato. Sono qui a dirlo a tutti voi pubblicamente. Vi auguro un buon lavoro, nei prossimi sei mesi proseguirò a mio modo. Buon lavoro a tutti”.

Insomma, non chiarissimi termini del divorzio e li approfondiremo (lo sbobinato delle dichiarazioni è alla lettera). Certo è che, a circa sette mesi dalle elezioni, Rapinese ha perso un altro consigliere dopo l’addio dell’amatissima Ada Mantovani.

La notizia è stata tenuta ben custodita ma già stamani circolava, seppure davvero poco credibile. Eppure è successo.

AGGIORNAMENTO (20.37)

Contattato, Paolo Martinelli, spiega: “La mia scelta è consapevole, le mie scelte sono istintive”.

Eppure, poi, pare vi sia poco di istintivo:

Ma cosa è successo consigliere?
Rapinese mi ha invitato a uscire e ad andare nel Gruppo Misto.

Perché?
Perché il mio modo non gli piaceva più, non lo sopportava più.

Cosa ha sbagliato?
Piccole cose, dettagli. Lui ha sommato tutto. Sbagliando si impara.

Mi perdoni ma lei è uomo-voto della Lista.
Sono stato il secondo più votato. Il primo tra i maschi dopo Mantovani.

Eh, appunto.
Sono stato invitato ad andare, sarei potuto rimanere.

Difficile capire cosa sia davvero successo. E ora?
Vado avanti, tanti cittadini mi vogliono. Finisco il mandato, poi vedremo.

La vicenda poi, al solito, ha avuto conseguenze social. Scrive Martinelli:

Interviene Mantovani:

 

Storico addio, Ada Mantovani lascia Rapinese. “Chiedevo il dormitorio, mi è stato detto no”

© RIPRODUZIONE RISERVATA

4 Commenti

  1. Nulla di nuovo: l’egocentrismo, il narcisismo di Rapinese sono noti; chiunque possa oscurarlo o criticarlo è destinato a essere cacciato.

    Spero sia la conferma finale di quanto sia inadatto a ricoprire alcun ruolo di rilievo per Como.

  2. Ormai Rapinese ha superato i limiti della ragionevolezza e non è più credibile… spero che gli elettori ne siano consapevoli

  3. Letta così si ha quasi l’impressione che il ribelle invecchiato Rapinese, come tutti i ribelli invecchiati, sia poco propenso ad accettare le piccole ribellioni alla sua leadership. Il fenomeno lo si è visto in più occasioni da parte dei guru dei 5Stelle, Grillo e Casaleggio sr, nei confronti dei loro adepti che uscivano dal ruolo di “numero vociante”. Essere critici nei confronti del dogma equivale a essere nemici della ragione. È un’eredità dei primi seguaci del marxismo descritta perfettamente nel capitolo 1., Marx profeta, di Capitalismo, Socialismo e Democrazia di Schumpeter. Non si può essere nemici del rappresentante dell’unica vera ragione, equivale a una forma di blasfemia laica. Rapinese nel suo piccolo, ma proprio piccolo, non esce dalla prassi. Un Segretario di un Partito anche a livello locale dovrebbe fare la sintesi delle proposte e dei suggerimenti degli iscritti. Gli eletti della lista Rapinese, invece, sono invitati ad allontanarsi se il loro “capino”, ovviamente per amore di Como, non vuole più ascoltarli. E c’è chi lo vorrebbe vedere Sindaco per far dispetto ai poteri forti della città. Ridicolo!

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