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Comaschi nel mondo e Covid. Marta e la New York mai vista: “Senza turisti, molti residenti trasferiti”

“Per la prima volta dopo dieci anni che vivo a New York con mio marito non torneremo a Como per Natale”. A raccontarcelo è Marta Galfetti, psicologa della comunicazione che nel 2010 si è trasferita nella Grande Mela per seguire il marito, anche lui comasco, che lavora alle Nazioni Unite.

“Non ce la sentiamo di tornare, non vorremmo mettere a rischio i nostri familiari – racconta Marta – siamo venuti a Como in agosto, quando la situazione era ovunque più tranquilla, ora preferiamo tenere duro e non muoverci. Anche a New York adesso sono giornate critiche. E’ andato tutto relativamente bene fino a fine ottobre, faceva più caldo rispetto al solito e il contagio era contenuto. Dopo il Giorno del Ringraziamento la situazione è peggiorata e sono tornati ad aumentare i contagiati e gli ospedalizzati, anche se da quanto dicono sono meno gravi rispetto alla primavera”.

La città però non è mai tornata alla normalità. “La pandemia ci ha messo di fronte al fatto che New York non è una città sostenibile in una situazione come questa – spiega la comasca – gli appartamenti sono minuscoli e dovevi fare tutto lì come il lavoro o lo sport. Però fortunatamente non abbiamo vissuto, neppure in primavera, il lockdown come in Italia. Non ci è mai stato vietato di uscire di casa. In primavera però giravamo in una città deserta e oggi comunque mancano i turisti e in tanti si sono trasferiti fuori città. Personalmente cammino molto oppure giro in bici, evito invece i mezzi pubblici”.

COMASCHI NEL MONDO E L’EPIDEMIA: TUTTE LE STORIE

Visioni che in questi mesi Marta ha raccontato, a parole e immagini, sul suo blog: nycpicsandtips.com. “E’ un po’ un modo per raccontare l’unicità di questo momento, le immagini di New York deserta erano uniche nella storia” spiega.

Città che, come detto, non è tornata alla normalità. “In tantissimi lavorano ancora da casa – spiega Marta – Broadway non è mai ripartito e le scuole sono aperte a rotazione: i bambini e i ragazzi vanno in presenza 2 o 3 giorni a settimana, il resto del tempo sono in Dad. Inoltre c’è libera scelta da parte del genitore: c’è chi ha scelto di non far rientrare il proprio figlio che fa solo lezioni a distanza”.

Le notizie sulla gestione della pandemia che in questi mesi sono arrivate dagli Stati Uniti sono apparse molto critiche.

“Posso parlare per New York e per la mia esperienza – precisa Marta – in generale negli Usa è stata molto politicizzata la questione della mascherina ma a New York tutti la portano. Inoltre funzionano i Covid test: è possibile farli ogni volta che vuoi, anche senza un motivo specifico, gratuitamente. E’ utile, io l’ho fatto diverse volte perché magari volevo incontrare qualcuno ed essere tranquilla. Inoltre le cure Covid qui sono gratuite per tutti, anche per chi non ha l’assicurazione sanitaria. Tra l’altro c’è un servizio interessante di sms governativi che ti tiene aggiornato sulla situazione: ad esempio in questi giorni chiedono donazioni di sangue perché fanno un trattamento con le trasfusioni di sangue con anticorpi”.

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