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Come i pugliesi, più di siciliani, calabresi e lecchesi: comaschi migranti verso Milano

Che il boom di Milano, negli ultimi anni e sotto molti aspetti, sia in pieno corso è ormai assodato. Ma oggi, tramite Corriere della Sera, c’è anche una quantificazione esatta (o almeno basata sui dati ufficiali dell’Ufficio Anagrafe del capoluogo lombardo) sul grado di attrazione che la metropoli esercita sui comaschi.

Se Milano città ha accolto circa 533mila abitanti negli ultimi 10 anni “perdendone” 357mila (con saldo positivo comunque di 176mila), una fetta non residuale dei nuovi arrivati è composta da “migranti lariani”.

I neoiscritti all’Anagrafe milanese in questa ampia parte di 2019, infatti, sono arrivati in grandissima parte dalla provincia meneghina (7.075), seguiti dai romani (1.898), dagli abitanti della provincia di Monza e Brianza (1.465), di Napoli (1.442), di Varese (957), di Pavia (965) e di Bari (728) per quanto riguarda i primi territori in classifica (ma tenendo presente che la parte del leone la fanno le iscrizioni da provenienti dall’estero: 12.537).

In 13 anni Milano ha prodotto questo. In 37 Como ha la Ticosa vuota e sogna parcheggi

Poi, sarà per la vicinanza, sarà per l’attrazione irresistibile della “Madunina”, sarà per finalità di studio, lavoro o per chissà quali altri motivi, ecco che la provincia di Como segnala uno dei più alti numeri di migrazioni in direzione Milano: 722 residenti, 6 meno dei baresi e già molti di più in questi primi 11 mesi del 2019 rispetto a tutto il 2018 (erano state 620).

Certo, bisognerebbe avere anche il numero di milanesi iscritti all’Anagrafe di Como città per avere un saldo complessivo e realistico, ma certo è che la capacità di Milano di attrarre a sé i lariani è indubbia.

Piuttosto staccate, seguono Bergamo (628), Torino (635), Palermo (619), Reggio Calabria (528), con Lecco che addirittura ha visto soltanto 336 residenti in provincia trasferirsi a Milano, la metà rispetto ai comaschi.

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