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Como: “Avevamo chiesto di mantenere la cucina attiva per i ragazzi con esigenze speciali, dal Comune il solito no”

Il centro unico di cottura destinato a sorgere nell’area pubblica dismessa di via Somigliana a Como servirà, tra i 5mila pasti previsti per le scuole, anche quelli per il Cento disabili diurno di via del Dos.

Ma proprio su questa struttura e sulle necessità particolari che i ragazzi possono avere, nasce la preoccupazione dei genitori di ragazzi che lo frequentano.

Per molti di questi giovani infatti esistono delle difficoltà alimentari che necessitano di attenzioni particolari. Ad esempio per molti la necessità che i cibi vengano frullati, che la temperatura sia adeguata alle esigenze di ognuno così come la consistenza, molti di loro sono infatti disfagici (la difficoltà o l’incapacità di deglutire cibi, liquidi o saliva).

Da qui il timore è che debbano anche loro mangiare le pietanze già preconfezionate e in arrivo da 30 km di distanza, dove ha sede ora  l’azienda che li fornirà, fino alla conclusione dei lavori del punto unico di cottura dove poi verranno, in ogni caso preparati i cibi per tutti, via del Dos compresa.

E’ per questo che quando nei giorni scorsi è stata recapitata ai genitori una circolare che prevedeva un incontro con l’assessore Roperto, molti hanno gioito e visto questa come l’occasione per esporre tali preoccupazioni. Cosa che però non è accaduta visto che la riunione era stata indetta solo per discutere delle nuove modalità di pagamento del servizio.

“Ciò che ci preoccupa – ha detto una delle mamme – è innanzitutto che nessuno ci aveva detto che anche per via del Dos si sarebbe fatto capo al centro unico di cottura. Qui da noi ci sono alcune cuoche bravissime che conoscono tutte le esigenze particolari dei ragazzi, che si adoperano per risolvere i problemi che possono verificarsi quotidianamente e che ormai sono parte della famiglia. E se arriveranno pasti non adatti a loro sarà un problema”.

La preoccupazione è dunque su cosa potrà accadere in futuro. “Ci hanno detto che il centro di cottura si farà e i pasti verranno serviti a tutti. Spiace innanzitutto che non abbiano chiesto nulla delle nostre necessità. Il progetto dunque prevede in una prima fase l’arrivo dei pasti crudi che saranno poi cucinati dalle nostre cuoche. Ma poi, con il centro di cottura operativo tutti i pasti arriveranno da li, anche per i nostri ragazzi che non possono però essere paragonati a tutti gli altri alunni.”

Da qui la richiesta di potersi fermare alla prima fase ovvero al far arrivare i pasti crudi da cucinare, mantenendo così la cucina attiva. “Soluzione che ci sembrava buona, visto che le cuoche rimarranno in ogni caso e faranno le diverse preparazioni. Quindi, per fare un esempio, se il pasto arriverà freddo lo riscalderanno. Insomma ci sembrava inutile creare tutti questi passaggi avendo una cucina che rimarrà vuota e cuoche preparatissime”.

Nulla da fare, nessun ripensamento.  “Un atteggiamento che ovviamente non ci ha fatto piacere quello dell’amministrazione che ci ha messo davanti a un fatto compiuto e che in via preventiva non ci ha mai interpellati”.

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