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Como dice addio a una delle sue menti più illuminate: è morto Fausto Colombo. Pioniere dei media, esploratore della cultura popolare

Era nato a Milano il 16 aprile del 1955 ma è cresciuto da subito in piazza Volta a Como, dove ha sempre avuto le sue radici. La città oggi ha perso una delle menti più luminose e illuminate: Fausto Colombo, morto a Monza poche ore fa. Una laurea in Filosofia nel 1978 alla Cattolica e poi, nel 1982, una specialistica in Scienze della Comunicazione alla Scuola Superiore dello stesso ateneo.

L’Alma Mater dove poi ha costruito una strepitosa carriera come ricercatore dal 1987, associato dal 1998 e ordinario dal 2003. Fondatore dell’Osservatorio sulla Comunicazione di cui è stato direttore fino al 2012 e anche direttore del Dipartimento di Scienze della Comunicazione e dello spettacolo, docente del corso di Teoria della Comunicazione. Autore di pubblicazioni fondamentali per chiunque abbia studiato la teoria dei media (in un bagno di sociologia ben compresa) tra cui certamente spicca “La cultura sottile”, una pietra miliare edita da Bompiani nel 1998.

Definire Colombo sociologo o massmediologo è assai riduttivo, parliamo di uno studioso che ha esplorato la cultura dei media e popolare, tra i primi a interrogarsi e poi analizzare il nodo tra digitalizzazione e comunicazione sociale.

Amatissimo sulla scena internazionale, ha collaborato con numerosi atenei europei: l’Università della Svizzera Italiana (professore incaricato al corso Genres and Formats), l’Université Stendhal di Grenoble (Cattedra Unesco in Comunicazione internazionale), visiting professor all’Université Lumière a Lione e alla Sorbonne a Parigi per cui era stato anche componente del Consiglio Scientifico del Celsa, alta specializzazione in Scienze dell’Informazione e della Comunicazione.

È stato membro dell’Academia Europaea ed era membro del Section Committee della sezione Film, media and visual studies. Nel 2022 è stato nominato prorettore della Cattolica con delega alle attività di Comunicazione e Promozione dell’immagine dell’ateneo. E certamente ci sfuggono altri fondamentali cenni biografici.

Nella prima parte della carriera ha insegnato anche al Gallio di Como, poi appunto ha spiccato il volo in Cattolica dove è cresciuto negli anni d’oro quando le vacche sacre della materia in Italia e in Europa erano (e sono ancora indubbiamente) Bettettini e Eco.

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