Si è svolta oggi in Comune a Como a mezzogiorno la riunione della Commissione III sul tema della chiusura delle scuole annunciata dal sindaco Alessandro Rapinese (qui tutte le cronache).
Così in serata è arrivata la dura presa di posizione del Partito Democratico e dei suoi consiglieri comunali. Riportiamo integralmente la Nota diffusa:
“A seguito della commissione sul tema della chiusura delle scuole, emerge come la decisione del sindaco e dell’Amministrazione di procedere con le numerose chiusure annunciate negli scorsi giorni sia dettata dal calo demografico e dalle strutture malridotte. La scelta delle scuole da chiudere, presa arbitrariamente dalla giunta, non sembra avere nessun tipo di visione d’insieme” denunciano i consiglieri comunali del Partito Democratico Patrizia Lissi, Eleonora Galli, Stefano Legnani e Stefano Fanetti.“Nel prendere decisioni così drastiche, a cui, sia chiaro, non siamo contrari a priori, non si dovrebbe tenere conto solamente di fattori economici, ma anche e soprattutto di un quadro generale del territorio e di un’idea sociologica, pedagogica ed educativa della città. Quello delle scuole è un tema cruciale, che va ben al di là di un luogo fisico in cui tenere lezioni. Dalle scuole passano temi come la coesione sociale e il supporto alle famiglie. Tenere le scuole in centro, come nel caso del Carluccio (storico istituto di via Volta, Ndr), significa dare la possibilità ai bambini e ai ragazzi di vivere la città, di conoscerla, di farne parte. Rappresentano un valore aggiunto. Purtroppo, con questa decisione, si svuota e si impoverisce la città, rendendola sempre più turistica e sempre meno a misura di cittadino”.“Inoltre, ci si aspetta che ci sia quantomeno un’idea di come recuperare gli edifici che, sottratti alla comunità, andrebbero ridati a essa con nuove funzioni – concludono – Invece, da parte del sindaco, così come avvenuto per altri edifici dismessi, non c’è la benché minima idea di come recuperarli e dare loro una nuova funzione. Infine, ancora una volta, spiace constatare come sia mancato totalmente il coinvolgimento delle minoranze come noi, che più volte in Consiglio abbiamo chiesto di essere informati su quali plessi si volessero chiudere, così come delle scuole e dei genitori”.