Svolta definitiva sulla lunga vicenda del grande complesso immobiliare tra le vie Diaze e Indipendenza, in centro Como, che fu anche l’ex Intendenza di Finanza (e prima ancora un monastero delle Madri Benedettine). Oggi la giunta di Palazzo Cernezzi ha approvato lo schema di convenzione edilizia con la società Como 2006 Srl che estinguerà il vincolo previsto dell’atto unilaterale d’obbligo risalente a marzo del 2009 (che prevedeva la cessione all’amministrazione di una porzione dello stabile per ampliare l’adiacente Biblioteca comunale) e che stabilisce la corresponsione al Comune di un importo pari a 115.000 euro.
Como 2006 è proprietaria del complesso immobiliare costituito da più corpi di fabbrica con cortili di pertinenza, che nel 2008 la società aveva chiesto di poter parzialmente ristrutturare recuperando i sottotetti a fini abitativi. All’interno di questo complesso rientra anche un immobile che, con l’atto unilaterale sottoscritto nel 2009, la società si impegnava a cedere al Comune di Como per dieci anni in comodato d’uso gratuito per consentire l’ampliamento della biblioteca comunale.
In seguito all’approvazione del Pgt la società ha chiesto di risolvere l’atto unilaterale, estinguendo quindi il vincolo di concedere in comodato al Comune una porzione di immobile e mantenendone invece la piena disponibilità con il riconoscimento al Comune di un importo economico a compensazione della risoluzione del vincolo assunto. Come detto, dietro perizia, il valore di ristoro è stato quantificato in 115.000 euro. Secondo il servizio di Prevenzione e protezione aziendale, di progettazione ed estimativo – Servizio tecnico estimativo del Comune di Como, l’importo risulta congruo e rientra nel range di variabilità del valore estimativo.
Sulla base delle valutazioni dei settori Commercio e attività economiche e Cultura, musei e biblioteca, la giunta ha espresso parere favorevole alla monetizzazione proposta, considerando che lo spazio destinato all’ampliamento della biblioteca verrebbe consegnato quasi “al grezzo” e graverebbero sul Comune i lavori di allestimento e i servizi per renderlo fruibile, inoltre la fruizione effettiva sarebbe sensibilmente inferiore alla durata di 10 anni per via dei tempi di allestimento e dismissione. I costi di allestimenti, dismissione e l’onere di ricerca di un futuro spazio, non solo in termini economici, rappresenterebbero inoltre un onere superiore al beneficio della fruizione temporanea. In definitiva, è stato ritenuto che alla carenza di spazi della Biblioteca Paolo Borsellino sia necessario rispondere con soluzioni definitive, evitando dispersione di risorse pubbliche economiche e umane.
“Dopo altri interventi come il piano di lottizzzazione di Camnago Superiore, l’ex Rivarossi a Sagnino – afferma l’assessore all’Urbanistica Marco Butti – con l’atto di oggi si è posta la parola fine ad una altra pratica che da anni richiedeva una soluzione e che ora consentirà di completare un importante intervento in centro storico”.
5 Commenti
Cifra irrisoria.
Spero solo non vadano in “benefici Natalizi”.
Importo congruo 115.000!!!! Ma siamo tutti boccaloni???
In centro storico si vende a 6.000 al mq…. Quindi ai 115.000 manca uno zero.. 1.150.000.
Tanto paga pantalone cumascone mooolto….
La magistratura ritiene che sia tutto regolare???
A chi va l’immobile in questione per 115.000???
A qualche società immobiliare con un politico come socio di minoranza?????
Io ne offro 150.000 ad occhi chiusi.
A proposito stiamo aspettando di sapere come sarà speso il 1.000.000 che il comune ha incassato per l’affitto di parte di villa Olmo per un mese durante il quale i pantaloni comaschi non potranno minimamente accedere a, ripeto, parte del parco pubblico????
Non era previsto che la proprietà diventasse del Comune, ma solamente un uso gratuito per 10 anni.
Insomma più o meno l’importo di un affitto, non di una vendita.
Visto che il Comune non ci avrebbe fatto nulla, meglio monetizzare che imbarcarsi in lavori da dover poi dismettere.
Peccato per la biblioteca, ma stavolta il Comune ha agito bene. C’è però da chiedersi se nell’atto che ha definito i 10 anni di comodato gratuito fosse indicato l’importo delle successiva locazione, o per lo meno a quali parametri si sarebbe dovuto fare riferimento. Se non ci fosse questo, la locazione per il Comune avrebbe potuto rivelarsi un onere eccessivo. L’altra domanda è: il comodato a che data fa riferimento? Essendo l’atto del 2009, non è che sono già scaduti i termini,?