Le parole del sindaco Alessandro Rapinese sulla volontà dell’Amministrazione di rilanciare il progetto di un nuovo supermercato di media distribuzione ad Albate, ha immediatamente scatenato delle reazioni.
E chi fin dal primo momento aveva richiesto approfondimenti sul piano era Francesco Finizio, segretario circolo Pd Como Circoscrizione numero 1. “Ancora una volta, in pieno stile Rapinese, ci troviamo davanti a degli annunci. Nessun coinvolgimento del quartiere, dei residenti ma solo decisioni calate dall’alto – ha detto Finizio – E pensare che fin dal primo momento i cittadini si sono fatti sentire. Hanno creato anche un Comitato, evidentemente inascoltato, che ha anche presentato delle proposte al sindaco. Tutto caduto nel vuoto. Avevamo fatto anche delle sedute pubbliche per ascoltare le persone ma nulla serve in questa città con un sindaco che va sempre per la propria strada”.
Sconcerto anche perché “nulla è stato preso in considerazione. Avevamo proposto, ad esempio, di creare un solo accesso dalla via Canturina al supermercato escludendo via S.Antonino, una strada piccola con servizi e scuole. Sarebbe un disastro per la vivibilità di Albate”.
Un’altra voce molto critica è poi quel dell’esponete comasca di Alleanza Verdi e Sinistra Elisabetta Patelli che sottolinea innanzitutto come l’opera sia collocata in un’area già fortemente congestionata dal traffico e con accesso da una strada di quartiere che serve servizi essenziali come scuole, mercato, oratorio, ambulatori e uffici pubblici.
“Un intervento che, invece di rispondere ai bisogni reali della comunità, rischia di penalizzarla ulteriormente. L’idea che un grande polo commerciale possa “riqualificare il quartiere” è una narrazione fuorviante che ignora gli effetti sulla vivibilità reale: traffico, rumore, congestione e perdita di spazi di prossimità”.
Ecco nel dettaglio l’analisi:
Nella fattispecie il progetto porterebbe un “impatto enorme sul quartiere in termini di vivibilità soprattutto nei weekend e nei festivi. L’indotto che può o’ arrivare fino a 5000 veicoli al giorno si somma alla logistica dei camion per il rifornimento.
Traffico, inquinamento e accessi critici
La scelta dell’accesso da via S. Antonino rappresenta un evidente punto di criticità, andando a caricare una viabilità già satura e generando un “effetto imbuto” che bloccherà la già’ critica circolazione sulla direttrice Como/Cantù.La rotatoria prevista, se non coordinata con la gestione del semaforo per Muggiò, rischia di trasformarsi in una trappola permanente, anziché fluidificare il traffico. Inoltre in un raggio di pochi chilometri – dieci minuti di macchina – esiste già una quantità quasi scandalosa di ipermercati e centri commerciali.
Commercio di prossimità e lavoro locale
Il nuovo insediamento rischia di colpire le attività locali già fragili, senza garantire una reale ricaduta occupazionale per i residenti. Nella convenzione non compaiono impegni vincolanti in tal senso..Scarsi o nulli i benefici per il quartiere
A fronte di un intervento di forte impatto generale e da attuarsi in deroga alle norme vigenti, le misure compensative per i residenti appaiono nulle o scarse: una rotatoria che fa comodo al supermercato e il parcheggio cosiddetto pubblico previsto come standard urbanistico che in realtà viene regolamentato da Iperal, senza vincoli.
Quello su cui bisognava investire ad Albate è esattamente il contrario: servizi di prossimità, luoghi di incontro e verde pubblico curato, sicurezza, vivibilità, relazioni.
Complessivamente la nostra opinione è che il progetto vada a compromettere in modo irreversibile la vita del quartiere, certamente non deve essere approvato senza almeno qualche compensazione significativa:
- diverso piano della viabilità, escludendo la via S.Antonino come accesso principale
- misure di compensazione ambientale reali: piantumazione delle vie interessate, una barriera visiva e acustica verde tutto attorno all’area e il rifacimento in versione naturalistica dei giardini pubblici di fronte, in stato di incuria per quel che riguarda il verde , i giochi e il terreno.
- parcheggi ad uso realmente pubblico, non gestito da Iperal a sua discrezione come nella bozza di convenzione