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Como, l’altro lato del turismo: “La tabella ‘Chi rompe paga’ con gli importi per i dipendenti. E la richiesta sui grembiuli”

Negli scorsi giorni su ComoZero.it ha creato dibattito la testimonianza di Oscar, ex cuoco (dal 2014 al 2016), che ha denunciato fortemente le condizioni di lavoro di chi lavora nel settore turismo, parlando della sua esperienza in Valle Intelvi e Porlezza. Abbiamo deciso di scavare ulteriormente, facendoci raccontare più nel dettaglio la sua storia (per segnalazioni, lettere, foto/video: redazionecomozero@gmail.com o la pagina facebook).

Oscar, da quanto ci hai raccontato sei uno delle vittime del mondo della ristorazione.

Diciamo che sono stato una vittima delle forme di sfruttamento che si verificano in questo settore. Ho avuto delle esperienze abbastanza traumatiche. Dopo aver preso un diploma alberghiero ho iniziato con i primi stage durante gli studi. Fin da subito si è dimostrato un lavoro impegnativo, ma sono dell’opinione che con una buona forma contrattuale ed eventualmente un dignitoso trattamento si possa svolgere qualsiasi mansione. Ciò è esattamente quello che a me non è successo. Dopo aver superato il periodo di stage nel 2015 ho iniziato in un hotel-pizzeria a conduzione famigliare e da lì ho attraversato una parentesi veramente buia. Ero assunto con un contratto da tirocinante, che prevedeva un rimborso spese di 500 € al mese. L’orario di lavoro dichiarato all’ufficio di collocamento era di sei ore al giorno ma ne facevo undici o dodici ore in settimana e quindici nei weekend con l’orario continuato. Inoltre a differenza di quello che succede ad altri lavoratori io non avevo il fuori busta e quindi quante più ore lavoravo quanto più veniva svalutata la paga oraria.

Hai parlato di umiliazioni continue. Raccontaci un episodio clamoroso accaduto a te o a un tuo collega.

L’episodio più clamoroso riguarda una tabella vergognosa che riportava la scritta “Chi rompe paga”, in cui c’erano i nomi dei dipendenti con di fianco degli importi in euro. Sostanzialmente i titolari addebitavano pagamenti a chi, magari per i ritmi di lavoro, involontariamente danneggiava un piatto o un attrezzo di lavoro, come di norma succede in qualsiasi lavoro in cui c’è un piccolo rischio di impresa. Un’altra volta mi è stata fatta un’osservazione per aver acquistato dopo due mesi di lavoro un motorino. Mi dissero: “Potresti impiegare i soldi per prenderti i grembiuli puliti anziché per prenderti un motorino”. Quando a fornirmeli dovrebbe essere il ristorante.

Parli anche di conseguenti problemi di salute.

Premetto che ho una predisposizione a delle fragilità emotive che poi mi sono state diagnosticate. Comunque ho iniziato a soffrire di insonnia e attacchi di panico, senso di sconforto e disagio all’inizio della giornata. Mai avuti prima. Questo è successo soprattutto perché in virtù di questi orari il lavoro non permetteva la programmazione di una vita. Entravo alle 9 ma non sapevo a che ora sarei uscito. E’ capitato che entrassero dei clienti per pranzare in orario estremamente tardo e venissero fatti accomodare lo stesso a mio danno poiché dovevo rimanere di più nell’azienda.

E’ passato qualche anno dalla tua esperienza e ora hai cambiato lavoro. Vedi dei miglioramenti nel settore della ristorazione e in generale nel turismo?

Credo ci sia un’inversione di tendenza. Premetto che io ho lavorato solo in attività a conduzione famigliare e non in grand hotel. Mi ricordo che al tempo quando mostravo evidenti segni di cedimento mi veniva detto esplicitamente “La porta è quella, come te ne trovo altri”. Ma adesso vedo dagli appelli sui giornali che è in atto un cambiamento e la situazione sembra essere cambiata. Molte attività del settore non trovano più il personale, fatto che fino a qualche anno fa non succedeva ed era impensabile. Forse finalmente i dipendenti hanno preso coscienza dalla pandemia che esiste anche una vita al di fuori del lavoro, e quindi cercando impieghi più redditizi e meno usuranti.

L’ARTICOLO CHE HAI APPENA LETTO E’ USCITO SU COMOZERO SETTIMANALE: ECCO DOVE PUOI TROVARLO

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4 Commenti

  1. e la massa “sbava” per MasterChef e simil programmi spazzatura in cui pseudo padreterni, che fanno milioni, umiliano e urlano come ossessi per una posata messa storta.

  2. Fate i nomi di queste realtà e segnalateli all’ispettorato. Diversamente riempite solo pagine web. FORZA

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