“Se siamo diventate amiche lo dobbiamo solo alla bocciofila. Se verrà chiusa, noi dove ci ritroveremo?”. È una voce femminile quella che racconta un altro pezzo di vita, socialità e amicizia che il 25 settembre, data in cui scadrà il termine ultimo dato dal Comune per liberare i locali, si perderà irrimediabilmente dal momento che gli spazi della storica Bocciofila Combattenti di via Balestra servono per ampliare il museo archeologico e mettere in mostra parte del “Tesoro del Cressoni”, una cinquantina delle mille monete di età romana ritrovate nel 2018 durante i lavori di ristrutturazione del vecchio cineteatro di via Diaz.
Perché chi si immagina la Bocciofila Combattenti di via Balestra popolata da soli uomini intenti, tra una partita di bocce e l’altra, a sfidarsi a briscola sui tavolini in giardino tra amicizie e moccoli di fronte alle carte sbagliate (patrimonio dell’umanità), si sbaglia di grosso dal momento che questa storica associazione ormai settantacinquenne conta delle quote rose agguerrite. “Quando ancora insegnavo scienze motorie al Teresa Ciceri portavo qui spesso i miei alunni a conoscere il gioco delle bocce durante le giornate dello sport e, quando nel 2019 sono andata in pensione, ho giurato a me stessa che sarei venuta a iscrivermi alla bocciofila e avrei iniziato a giocare e così ho fatto – racconta Mariapia Roncoroni, consigliera dell’Associazione – oggi noi donne siamo una decina, alcune anche ottantenni, e tutte abbiamo mille impegni tra casa e nipotini da curare ma, una o due volte alla settimana, ci ritroviamo qui a giocare insieme e a rilassarci divertendoci. E guai a chi ci tocca questo momento”.
Ma, purtroppo, salvo colpi di scena, il tempo per la bocciofila Combattenti scadrà irrimediabilmente tra pochi giorni. Via i campi da bocce livellati con cura maniacale, via il giardinetto che avrebbe solo bisogno di una sistemata per essere un paradiso nel nulla del centro storico, via i tavolini su cui giocare a carte e sentirsi vivi, via il frigo nuovo e le macchinette delle bibite appena arrivate, via i progetti per il futuro e via, soprattutto, le amicizie, tesoro prezioso a qualsiasi età ma ancora di più quando gli anni cominciano a farsi sentire.
“Noi donne, ad esempio, non ci conoscevamo prima e giocare a bocce insieme ci ha fatto diventare amiche e ci permette di trascorrere del tempo rilassandoci e tenendoci attive – racconta Mariapia – giusto qualche mese fa con il presidente, Renato Fumagalli, si era addirittura pensato di organizzare qualche appuntamento per aprirci alla città, per farci conoscere da altri che magari sono alla ricerca di un posto in cui trascorrere del tempo in compagnia ma non ci conoscono. Invece è arrivata la lettera che ci intimava di liberare i locali senza pensare a una soluzione alternativa che non sia liquidarci dicendoci di andare alla bocciofila di Albate, come se fosse sensato pensare che in centro sparisca un luogo unico di ritrovo come questo e che delle persone anziane debbano arrivare fino ad Albate per ritrovarsi. Senza questo posto, ci perderemmo”.
Perché, purtroppo, qualcuno nel progettare il futuro allestimento delle monete non ha fatto caso alla vita che pulsa qui, sotto il tetto da cui si infiltra l’acqua quando piove troppo e dietro l’erba ormai altissima del giardino a cui nessuno bada troppo, basta avere un posto in cui ritrovarsi. Così, mentre Como metterà in mostra il suo Tesoro, perderà per sempre un tesoro prezioso quanto, se non di più, le monete romane in una sorta di duello tra storia e vita che, a rigor di logica, non si sarebbe mai dovuto neanche consumare.
4 Commenti
Ma vacci tu in via Zezio! Però per favore, prima vai a combattere per la libertà anche di di parola che ti sei ( ci siamo) ritrovate bella e pronta grazie anche al loro sacrificio.Abbiamo degli architetti bravissimi. E’ così complicato studiarsi un polo museale
con l’ inclusione di questa realtà che è la storia del nostro territorio?
Spostarsi in via Zezio ? Muoversi quando la concessione era scaduta ?
Leggere gli altri articoli? Informarsi prima di parlare a caso? Si sono mossi infatti, chiedendo a più riprese di essere ricevuti anche dai precedenti inquilini di palazzo Cernezzi , e continuando a pagare il canone di affitto nonostante fosse scaduta la concessione per poi trovarsi la sorpresa senza diritto di replica
La concessione è scaduta ma forse sono stati i funzionari e il Dirigente preposto che avrebbero dovuto muoversi prima della scadenza, non pensi?
Lodevole tutta questa solidarietà (eccezioni a parte) anche se temo non porterà ad alcun risultato, se non quello di far perdere a Superman ulteriori consensi (il che è una cosa molto positiva).