Poche ore fa davamo conto della morte di Guglielmo Invernizzi, figura conosciutissima in città: E’ morto Guglielmo Invernizzi, ex presidente dell’Anpi di Como: “Figura centrale, immenso dolore”.
L’antifascismo e il padre partigiano, l’Anpi e il libro e le mostre sulle danze macabre, tutto questo convoglia in un affettuoso e autentico ricordo diffuso oggi da Ecoinformazioni per l’Arci di Como nello scritto davvero intenso di Fabio Cani. Lo pubblichiamo integralmente:
Guglielmo Invernizzi un partigiano della libertà e della Costituzione. Dolore grandissimo per ciascuno/a di noi e perdita enorme per i nostri comuni ideali. L’Arci lo ricorda con lo scritto di Fabio Cani che ne tratteggia la vita e l’impegno politico e culturale, e, su ecoinformazioni, con una serie di suoi interventi degli ultimi anni.
Ciao Guglielmo. Ciao: può bastare? Possono essere riassunte nel saluto più affettuoso e più comune un’amicizia e una relazione di decenni? Forse sì, perché è pressoché impossibile dire le tante cose che ci hanno unito (e anche le poche che ci hanno separato) e soprattutto dare loro il giusto significato e il tono appropriato.
Oggi prevale il dolore e il rimpianto per quello che non siamo riusciti a fare insieme.
Oggi che l’abbiamo visto, per l’ultima volta, respirare a fatica, ormai prossimo alla conclusione della sua vita intensa. Oggi che abbiamo condiviso con Isa, Francesca, Raffaella e col fratello Pierluigi la consapevolezza che era l’ultima volta.
Oggi prevale il dolore, certo, ma non è giusto limitarsi a questo.
Guglielmo, dunque: è stato (e rimane) una figura fondamentale non solo per chi l’ha avuto vicino ma per l’intera città. Per me.Nonostante la consuetudine e – oso dire – l’intimità che ci hanno uniti, non so moltissimo della sua vita prima di quando l’ho conosciuto, verso la fine degli anni Settanta.
Dal Lecchese, dov’era nato nel 1942, nel mezzo di quella guerra da cui il padre Gabriele aveva avuto la forza di uscire per diventare comandante partigiano (spostandosi da Lecco al Bresciano), era venuto a Como (dove il padre era diventato dirigente comunista e segretario della Camera del Lavoro). So – ma questo l’ho scoperto nei suoi racconti solo recentemente – che a quelle montagne sopra Lecco era profondamente legato e oltre che escursionista era stato anche vero e proprio scalatore.
Ma – appunto – per me Guglielmo è stato soprattutto la Bottega della Cornice, straordinaria Wunderkammer in viale Lecco, dove in qualsiasi momento si poteva entrare, e poi tuffarsi tra le stampe e le immagini e i libri e riemergere avendo visto (e imparato) sempre qualcosa di nuovo, e poi confrontarsi con la sua profonda conoscenza di quell’universo che aveva costruito con il lavoro suo e dei fratelli.
Prima del negozio, Guglielmo era stato anche operaio (raccontava dei suoi primi tempi alle Officine Zocca di via Pasquale Paoli – di cui oggi non esiste più nemmeno la memoria di una pietra – e di uno dei primi incarichi ricevuti: saldare uno dopo l’altro, in cima alle barre della recinzione, quelle piccole sagome di jet che qualcuno sicuramente ricorda…). Poi si era fatto artigiano, e la Bottega della Cornice era anche un laboratorio e un magazzino di grossista.Guglielmo è stato dunque non solo amico ma anche maestro, di quelli con cui le cose si fanno insieme, di quelli che insegnano stando dentro alle cose, di quelli da cui impari tutto quello che sei capace. E poi, in genere, si finiva in un bar vicino a concludere il discorso con un “bianco sporco”.
Maestro di immagini, soprattutto, ma non solo: maestro anche di storia e di metodo, persino. E poi maestro di antifascismo, lui che per anni si è impegnato insieme all’amico Antonio Proietto ai vertici dell’Anpi (“per meriti paterni” diceva all’inizio, ma poi – per fortuna – aveva smesso di ripeterlo…).
Tra le tante, tantissime cose condivise non sono sicuro di saper scegliere. Sicuramente l’impresa della Galleria Atrio, che aspirava a rompere gli steccati tra le diverse forme d’arte e di comunicazione, poi le mostre e il libro sulle danze macabre (di cui Guglielmo ha accumulato una collezione forse unica al mondo), poi la raccolta di stampe su streghe e dintorni, che voglio ricordare soprattutto perché negli ultimissimi giorni è stata ragione e pretesto di una frequentazione con lui che forse – in altri tempi – sarebbe sfuggita. Ed è quasi superfluo dire che i nostri libri (e molti di altri) senza il suo contributo sarebbero stati diversi e più poveri.
Guglielmo è per me tutto questo, e altro ancora: i viaggi alla ricerca di mostre e di informazioni, gli interventi politici, le manifestazioni, le discussioni (qualche volta anche le urlate in negozio), così come le cene e – soprattutto – la trippa della tradizione alla vigilia di natale.
Non so come farò, come faremo, senza tutte queste cose, senza di te. Però dobbiamo resistere, come hai fatto tu fino all’ultimo respiro.Fabio Cani, Ecoinformazioni
Arci provinciale Como
Sempre Ecoinformazioni fa sapere che: “Per ricordare Guglielmo Invernizzi, la famiglia, amiche e amici si incontreranno domenica 8 dicembre alle 10,30 allo Spazio Gloria in via Varesina 72 a Como”.