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“Como Nuoto torna in viale Geno”: ecco (finalmente) il documento integrale del Comune

I contenuti, in realtà, li avevamo dati già per filo e per segno una settimana fa.

Gli agonisti, i carteggi, i numeri: così il Comune ha revocato Pallanuoto Como

Ma ora, a chiudere la vicenda Como Nuoto-Pallanuoto Como, arriva il documento ufficiale con cui gli uffici comunali hanno revocato alla società di Giovanni Dato l’assegnazione della piscina di viale Geno per assegnarla nuovamente a quella di Mario Bulgheroni.

Si tratta di un documento dirigenziale, che in qualche modo si può considerare un primo punto fermo dopo due anni di bandi, contenziosi, polemiche, ribaltoni.

Per una forma di trasparenza, dunque, e per i moltissimi lettori che su queste pagine hanno seguito dall’inizio l’incredibile vicenda (che potrebbe tornare nuovamente al Tar per mano di Pallanuoto Como), pubblichiamo al link rosso qui sotto tutte le motivazioni ufficiali con cui il Comune di Como ha riassegnato gli impianti di viale Geno a Como Nuoto.

QUI IL DOCUMENTO UFFICIALE

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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4 Commenti

  1. Chi paga i danni??? Chi risarcisce i soci e tutti i frequentatori di mesi di chiusura???
    I solerti funzioni aria fritta del comune di tasca loro???
    Nessuno ovviamente come sempre da sempre…
    Siamo in Italia mica per nulla.
    Ci vorrebbe una bella CLASS ACTION.
    A PROPOSITO IL NUOVO CANTIERE DELLE PARATIE È DA GIORNI.. DESERTO…
    CHE CASO! CHE STRANO!!
    ANCHE QUI CI VORREBBE UNA CLASS ACTION

    1. Danni di cosa esattamente?

      La concessione è scaduta nel 2018, quindi il Comune non doveva nulla a Como Nuoto.

      Se Como Nuoto ha continuato a rinnovare tessere ai soci pur non essendo più assegnataria dell’impianto, i soci possono prendersela solo con la società stessa.

  2. Nella seconda pagina di questo provvedimento, più o meno a metà, viene affermato che l’elenco prodotto da PNC il 17 Giugno, ad aggiudicazione avvenuta, non risulta utile alla determinazione del punteggio. Poi, alla pagina 4, viene richiamato l’articolo 75 del decreto su cui praticamente il comune fonda la decadenza, secondo cui il dichiarante decade dai benefici conseguenti al provvedimento emanato sulla base della dichiarazione falsa. Ma l’aggiudicazione non era già avvenuta? Non c’è nessun provvedimento conseguente emanato sulla base della dichiarazione fatta, tanto più dichiarata non utile al conteggio. Io non sono un avvocato e forse proprio per questo mi sembrano in contraddizione queste due cose. C’è qualcuno che sa spiegarmi meglio? Se in sede di gara non sono state fatte dichiarazioni false allora perché far decadere l’aggiudicazione?

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