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Colpo di scena finale in viale Geno: Como Nuoto addio. Pallanuoto Como gestirà definitivamente le piscine

La decisione è presa: con due appelli respinti (Comune e Como Nuoto) e uno accolto il Consiglio di Stato ha di fatto sancito che la gestione delle piscine di viale Geno è assegnata definitivamente a Pallanuoto Como (in fondo all’articolo tutti i riferimenti giuridici per i feticisti del cavillo spaccato in quattro).

E’ l’ultimo capitolo nella querelle tra Pallanuoto Como e Como Nuoto sulla gestione delle vasche di viale Geno, da 70 anni in mano alla seconda società (fondata nel 1919).

Fuor di vasca la partita si è giocata sul filo amministrativo tra bandi, corsi e controricorsi. Solo la settimana scorsa il Comune aveva assegnato – provvisoriamente – la gestione degli impianti a Pallanuoto Como.

Nuovo colpo di scena: Pallanuoto Como si aggiudica le vasche di viale Geno 

Misura temporanea in attesa delle decisioni del Consiglio di Stato (secondo grado di giudizio del Tar). Decisioni sancite ieri e pubblicate stamani.

Con ordine e in estrema sintesi: il 28 settembre 2018 con uno scarto al fotofinish, un differenziale di 0,44 punti ha sancito la prima posizione degli storici gestori che così hanno vinto la gara indetta dall’amministrazione per l’assegnazione in gestione (tramite concessione) della piscina di viale Geno con relativo lido, parterre e ristorante.

La società concorrente era appunto Pallanuoto Como nata qualche anno fa dopo una faida interna alla società con i transfughi che, lasciata la sponda del primo bacino, hanno fondato il loro club, in testa lo storico capitano, il dissidente Giovanni Nanni Dato. Quest’ultimo (il 27 novembre 2018) annunciava ricorso. Poi vinto, con annullamento del Bando, il 15 aprile 2019.

Le vasche in secca per Como Nuoto. Pallanuoto Como vince il ricorso. Bando annullato 

Ne seguirono tensioni, polemiche politiche approdate anche in consiglio comunale e più o meno convinti tentativi, ambo le parti, di conciliare. Sparigliò infine Palazzo Cernezzi.

Tra Como Nuoto e Pallanuoto Como, il Comune fa la mossa: ricorso al Consiglio di Stato 

Nel frattempo, in attesa del Consiglio di Stato, la giunta stabilì (30 maggio 2019) che Como Nuoto sarebbe rimasta in viale Geno. Poi come dicevamo solo la settimana scorsa l’assegnazione provvisoria della struttura è andata a Pallanuoto sempre aspettando le decisioni dei giudici amministrativi.

Decisioni, come detto, sancite ieri e pubblicate oggi. Nel dispositivo i togati ricostruiscono punto per punto passaggi, contestazioni assegnazioni. Un lungo documento ipertecnico, lo trovate sotto, che si conclude con una decisione netta.

Da evidenziare questo passaggio

“Per cui il secondo motivo del ricorso introduttivo, contestato con il capo A dell’appello principale in esame e reintrodotto nell’attuale grado di giudizio dal terzo motivo dell’appello incidentale di Pallanuoto Como deve essere accolto, con la conseguenza che quest’ultima, in base alla
formula matematica di attribuzione del punteggio decisa dalla commissione, avrebbe dovuto ottenere 9,47 punti invece degli 8.56 ricevuti con l’incremento di 0,91 punti che le avrebbe permesso, come le permette, di sopravanzare di 0,44 l’attuale appellante principale ed aggiudicataria l’Associazione Sportiva Dilettantistica Como Nuoto, e di ottenere a propria volta l’aggiudicazione, non ostandovi la gara successivamente indetta dal Comune di Como successivamente all’annullamento della procedura pronunciato con la sentenza del Tribunale amministrativo della Lombardia, oggetto dell’impugnazione in esame dato che, come si vedrà nel prosieguo, non si rinvengono fondatezze nell’appello incidentale della Como Nuoto”.

Dunque: “Il Consiglio di Stato in sede giuristizionale (Sezione Quinta), definitivamente pronunciando […] respinge l’appello principale dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Como Nuoto, respinge l’appello incidentale del Comune di Como ed accoglie con diversa motivazione l’appello incidentale dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Pallanuoto Como e, per l’effetto conferma con diversa motivazione la sentenza impugnata e in conseguenza il ricorso introduttivo“.

(Click per leggere)

Conseguenza diretta Pallanuoto Como si vede aggiudicata per 9 anni più 6 la gestione delle vasche di viale Geno. Giovanni Dato, contattato, rinvia a un secondo momento ogni dichiarazione pur non nascondendo soddisfazione.

QUI LA SENTENZA INTEGRALE

PALLANUOTO COMO VS COMONUOTO: TUTTA LA VICENDA

 

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13 Commenti

  1. Si prodiga così tanto e soprattutto disinteressatamente da aver perso una marea di soci negli ultimi anni.. E credetemi che non era così facile integrarsi in una società simile! Benvenga il cambiamento, visto che Dato e tutti quelli che volevano cambiare le cose son stati messi democraticamente alla porta. Ora Comonuoto capirà finalmente che tesoro aveva in mano e non è stata capace di conservare e far fruttare.

  2. Molti atleti che da quest’anno non sapranno più dove andare e ragazzi che perderanno una guida e un posto sicuro….i ragazzi della Como nuoto sono più del triplo di quelli di Pallanuoto Como….In Como Nuoto non ci sono sloo un piccolo gruppo di signore che prende il sole ma tanti giovani figli di impiegati che con sacrificio fanno crescere i figli in un luogo sano nel nome dello sport. Auguri….la città perde ancora qualcosa di storico che per 100 anni e rimasta illesa…vedremo

  3. Tengo a precisare, e a chiarire per chi (ignora), che la COMO NUOTO non è un ( club d’élite ), ma un società sportiva (usufruibile da tutta la cittadinanza) che da 100 anni si prodiga nel formare ragazzi e ragazze allo sport, aiuta la socializzazione ed è uno “stimolo a fare” . Forse chi spera che cambi, preferisce lasciare i propri figli (ammesso che ne abbiano) in mezzo ad una piazza o nei pub a chattare coi telefonini creandosi una (cultura) virtuale. Per quanto riguarda i soci, non sono che persone normalissime, tra le quali gente di una certa età, che può godersi le giornate in un posto tranquillo giocando a carte con i propri amici.Tengo a ribadire che la COMO NUOTO è sempre stata un luogo aperto a tutta la città e non un club d’élite.

  4. Triste però che per beghe personali di uno, si rischi di distruggere una società con cento anni di storia di sport in città.
    In altri comuni le società sportive si cerca di aiutarle, nel Comune di Como si fa di tutto per metterle le une contro le altre.
    Mah…

  5. Bene adesso speriamo che la struttura diventi veramente usufruibile da tutta la cittadinanza, come da promesse fatte e non si torni di fatto a una comonuoto 2.0.

      1. Dalla pagina “Storia” del sito della Como Nuoto – http://comonuoto.it/storia.asp: “Fu nel 1950 che il Comune concesse alla società la disponibilità della punta di Geno, per erigervi la nuova sede, inaugurata il 12 luglio 1951 alla presenza di Luigi Rovelli, presidente della Como Nuoto nonché vicesindaco della città e del presidente del C.O.N.I. Alberto Bonacossa[8]”.

        Costruita sì, ma in base ad una concessione. L’area dovrebbe essere demaniale, del resto. E cosa è stato della concessione lo ha raccontato la cronaca degli ultimi anni.

        1. Nel dopoguerra in quell’area non c’era altro che una baracca, la COMO NUOTO negli anni ha creato una piscina dove la gente di Como potesse andare d’estate, la COMO NUOTO ha insegnato a nuotare a bambini di diversi ceti e generazioni, la COMO NUOTO ha soci di qualsiasi tipo che nel corso degli ultimi 70 anni hanno creato piscina, pontile, spogliatoi prato, spogliatoi vasca, caldaia, bar, ristorante, terrazza. Ma se sarebbe la CN il ‘’ club d’elite’’ come è possibile che la PNC abbia offerto il doppio?

      2. Direi che è proprio quello il problema: una proprietà pubblica gestita in maniera esclusiva da troppo tempo senza beneficio per la collettività.

        Le gare si fanno apposta per massimizzare l’utilità pubblica.

        1. Il beneficio sono le centinaia e centinaia di ragazzi e ragazze comasche che per decenni hanno potuto fare sport, chi solo per imparare a nuotare, chi per fare agonismo.
          Sono le centinaia di ragazzi e ragazze che anziché bighellonare per la città con birra e sigaretta in mano andavano quotidianamente a nuotare in piscina.
          Li avete visti i e le quattordicenni che al freddo di novembre si allenavano al freddo pur di fare il loro amato sport? Sono un club d’elite dei ragazzini che si allenano all’aperto al mese di novembre in costume da bagno?

          Allora tenetevi la massimizzazione del profitto anche nello sport, e chi se ne frega del resto… Guardate al contesto generale, non solo alla vicenda Como Nuoto/Pallanuoto Como…

          Secondo voi a cosa viene sottratto ogni euro in più di affitto che una società sportiva paga per usare gli impianti? Forse agli allenatori, al materiale per allenarsi, alle pulizie… o pensate che i soldi piovano dal cielo? Secondo voi è un bene che Pallanuoto Como dovrà spendere 51.000 euro di affitto all’anno, oltre a doversi far carico di tutta la ri-messa a norma della piscina?

          Tenetevi le società che fanno “sport” per soldi, e non lamentatevi se i giovani si rimbecilliscono per strada tra cellulari, birre e sigarette anziché divertirsi in società sportive sane.

          A proposito di club d’elite, sapete che lo Yacht club paga la metà di affitto rispetto a quanto pagherà Pallanuoto Como, per una sede molto più grande e utilizzabile tutto l’anno? E che il mutuo per la ristrutturazione lo paga il Comune, mentre Pallanuoto Como si dovrà pagare di tasca propria tutti i lavori? Che la quota sociale è il doppio di quella che chiedeva Como Nuoto? Vogliamo parlarne anche di questo, e di chi fraternamente e abitualmente frequenta quel circolo? Come mai nessuno si lamenta? Eppure i dati sono tutti pubblici sul sito del Comune….

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