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Coronavirus – Frontalieri, merci, scambi. Mille dubbi sulla bozza di decreto, Guerra: “Generico, servono misure scritte e definite”

E’ uno dei protagonisti assoluti in queste ore di trattative, formali e informali, tra Lombardia e Roma, nella costruzione di decisioni delicatissime (limitazioni e sanità) sul fronte Coronavirus.

Mauro Guerra, sindaco di Tremezzina, è il presidente di Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) Lombardia, e sta davvero sul pezzo.

E per pezzo si intende quella seconda bozza del decreto Conte che tra le altre cose stabilisce la chiusura della Lombardia.

Regione che potrebbe, a breve, diventare Zona Rossa, inibendosi al mondo.

LOMBARDIA CHIUSA IL TESTO DEFINITIVO DEL DECRETO

LEGGI LA BOZZA INTEGRALE DEL DECRETO

Parliamo di quel documento che il presidente, Attilio Fontana, ha definito “pasticciato”:

Coronavirus – Fontana contro il decreto Conte: “La bozza è a dir poco pasticciata. Chiarimenti subito” 

Il presidente lombardo, Attilio Fontana

Se Guerra non si spinge, in puro stile Guerra, a giudizi tanto tranchant è pure vero che solleva alcune perplessità. E’ passata da poco mezzanotte, oggi è l’8 di marzo, e ancora le diplomazie tra Lombardia e Roma sono in corso.

Sentiamo Guerra al telefono.

“E’ molto importante – dice il presidente di Anci Lombardia – chiarire l’Articolo 1 del Decreto, dove al Punto A, dopo aver detto di evitare ogni movimento in entrata e in uscita, si sottolinea ‘salvo che per gli spostamenti motivati da indifferibili esigenze lavorative’. E’ quell’indifferibili che va spiegato o cancellato”.

Questo è il centro. Senza spiegazioni puntuali sarà un gran caos per frontalieri, rifornimento merci e sostegno ai servizi. “Bisogna chiarire cosa significa la limitazione allo spostamento dei lavoratori all’interno dei territori”, sottolinea ancora Guerra, evidenziando il bisogno assoluto di fare ordine.

E i frontalieri?
Capite, la situazione delicata, è tutto in divenire.  Posso dire questo: ho chiesto ai ministri con cui sono in contatto e parlo costantemente di aprire un confronto con le autorità svizzere per definire la portata del Decreto.

Chiaro, ma dovesse entrare in vigore, che farà il frontaliere lunedì, andrà o non andrà al lavoro in Svizzera?
E’ questo che il governo deve spiegare con chiarezza.

Si pone anche il tema delle merci, delle consegne.
Certo, logistica, trasporti merci e forniture. Vale il discorso fatto per i frontalieri.

Ci vorranno dei lasciapassare.
O qualcosa di simile.

Quando sarà approvato il Decreto?
Nelle prossime ore.

Con una fisionomia diversa, si deduce.
Dipende dalla discussione. Come dicevo, io auspico che vi sia chiarezza sul punto 1 lettera A, questo è assolutamente determinante. Peraltro, ieri nell’incontro con Fontana (con i 12 sindaci di capoluogo lombardi e Guerra, Ndr – qui la cronaca) abbiamo convenuto sulla necessità di misure più rigorose e restrittive. Siamo in una situazione seria che richiede misure straordinarie. Ma misure scritte e definite in modo meno generico rispetto alla bozza circolata.

Alcuni approfondimenti, importanti:

LEGGI LA BOZZA INTEGRALE DEL DECRETO

Coronavirus – Ecco la bozza del decreto, chiude la Lombardia: è zona rossa. Non si entra e non si esce (documento nell’articolo) 

CORONAVIRUS TUTTI GLI AGGIORNAMENTI DA COMO, LOMBARDIA E TICINO

 

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3 Commenti

  1. Credo che non sono solo i frontalieri, ma anche le piccole aziende edili o legate all’edilizia che da anni si spostano sul confine nei due sensi, quindi anche gli artigiani ticinesi che lavorano in Lombardia e viceversa. Sono sicuro che Mauro saprà rappresentare queste problematiche e in un modo o nell’altro occorreranno regole e direttive precise. D’altro canto la situazione è grave e sottovalutarla sarebbe gravissimo. Tutti gli operatori sanitari stanno facendo un lavoro immane e tutti noi cittadini dobbiamo essere corretti ed attenti non solo alla nostra salute ma anche a quella degli altri.

  2. Le persone e le merci legati da contratti di forniture e di realizzazione di impianti in arrivo ed in uscita dall’estero per la lombardia ed in uscita verso industrie e cantieri in costruzione impiantistica al di fuori della regione come possono muoversi? È una dimenticanza mostruosa!!!

  3. Mi pare quella di Mauro Guerra una posizione dettata dal buon senso ed espressa in un’ottica collaborativa.
    Pongo un altro problema. Gli studenti comaschi che frequentano l’Università nel Canton Ticino da domani non potranno più frequentare le lezioni?

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