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Covid – Ticino, Quadri attacca ancora: “Impestati per colpa delle frontiere aperte con la Lombardia. Italiani in quarantena”

In questi mesi ne ha dette parecchie, in effetti.

Dito sempre puntato verso Como, la Lombardia e l’Italia.

Gli affondi di Lorenzo Quadri, Lega dei Ticinesi, non sono cosa nuova ma con l’epidemia Covid sono diventati, stando in tema, particolarmente virulenti.

L’ultimo risale a domenica. Un lungo articolo sul giornale di partito, Il Mattino, con parole durissime dove l’insulto è davvero a un passo. Scrive Quadri: “Ma guarda un po’, ecco che il Belpaese ora annuncia che intende aprire unilateralmente le proprie frontiere il 3 giugno! Ovviamente, e come al solito, i vicini a sud pensano soltanto ai propri interessi di bottega, sbattendosene di tutto il resto (ed in particolare degli svizzerotti, “che tanto sono fessi e non si accorgono di niente”)”.

E via, con un tipico “sveglia!” al consueto attacco ai frontalieri: Non solo noi non dobbiamo aprire un tubo, ma anzi – come ripetuto un’infinità di volte su queste colonne ed anche formalizzato in atti parlamentari al governicchio federale – dobbiamo ridurre drasticamente il flusso di frontalieri! Perché parlare di “valichi chiusi” quando i 70mila titolari di un permesso G possono entrare liberamente in Svizzera, e non solo per lavorare, ma per qualsiasi motivo, è una solenne presa per il lato B! Qui sì che bisogna intervenire con urgenza! Sveglia! Come minimo: la quarantena!”

ECCO L’ARTICOLO INTEGRALE DA “IL MATTINO DELLA DOMENICA“:

Se però, come purtroppo prevedibile, a Berna caleranno le braghe, il governicchio cantonale deve pretendere l’introduzione della QUARANTENA obbligatoria per i cittadini italiani che entreranno in Svizzera!

Ma guarda un po’, ecco che il Belpaese ora annuncia che intende aprire unilateralmente le proprie frontiere il 3 giugno! Ovviamente, e come al solito, i vicini a sud pensano soltanto ai propri interessi di bottega, sbattendosene di tutto il resto (ed in particolare degli svizzerotti, “che tanto sono fessi e non si accorgono di niente”).

Chiaro: la vicina Penisola riapre i confini per far arrivare qualche turista, altrimenti a sud della ramina sono sottoterra!

Perfino la Ministra di Giustizia dell’ex partitone, Karin Keller Sutter (KKS, pronuncia Ka-Ka-eS) ha dichiarato che si tratta di un’iniziativa unilaterale dell’Italia. Non che ci fossero dei dubbi al proposito… Bene, visto che si tratta di un’iniziativa unilaterale, semplicemente la Svizzera non si deve piegare alle pressioni di Roma, la quale non mancherà di pretendere “reciprocità”, naturalmente solo quando le fa comodo!

Poiché di farci prendere per i fondelli dai vicini a sud ne abbiamo le scuffie sature, è chiaro che noi non dobbiamo aprire un bel niente!

Vogliamo proprio vedere quando gli altri paesi confinanti apriranno i valichi con l’Italia esponendosi al rischio di una nuova ondata pandemica! O magari qualcuno ha già dimenticato che questo sfigatissimo Cantone si è IMPESTATO per colpa delle frontiere spalancate con la Lombardia, che la partitocrazia eurolecchina ed i camerieri di Bruxelles in CF hanno istericamente rifiutato di chiudere per tempo?

Ridurre i frontalieri

Quindi, se il Belpaese, per questioni di saccoccia, vuole riaprire in modo unilaterale i propri confini il tre giugno, si accomodi: ne ha facoltà. Siamo i primi a dire che ogni Stato deve decidere liberamente chi fare entrare e chi no.

Ma che non si sogni di pretendere da noi che facciamo la stessa cosa. E soprattutto, che i soldatini della partitocrazia in Consiglio federale non si azzardino a calare le braghe!

Non solo noi non dobbiamo aprire un tubo, ma anzi – come ripetuto un’infinità di volte su queste colonne ed anche formalizzato in atti parlamentari al governicchio federale – dobbiamo ridurre drasticamente il flusso di frontalieri! Perché parlare di “valichi chiusi” quando i 70mila titolari di un permesso G possono entrare liberamente in Svizzera, e non solo per lavorare, ma per qualsiasi motivo, è una solenne presa per il lato B! Qui sì che bisogna intervenire con urgenza! Sveglia!

Come minimo: la quarantena!

Tuttavia, i nostri polli bernesi un po’ li conosciamo. Quindi non ci vuole il Mago Otelma per prevedere cosa succederà. E’ chiaro che, malgrado le dichiarazioni attendiste della Ka-Ka-eS, lei ed i suoi colleghi hanno già slacciato le cinture e sono pronti al consueto piegamento a 90 gradi; tanto più che il PLR ha “regalato” alla nazione un ministro degli esteri italiano (KrankenCassis).

E allora, se si riapre, come minimo pretendiamo che venga introdotta la quarantena obbligatoria per i residenti nel Belpaese che entreranno in Svizzera!

Questa è la “finestra di crisi” che il governicchio ticinese DEVE pretendere da Berna!

Altro che inventarsi le “finestre di crisi” per tener chiuse ad oltranza attività economiche che si possono benissimo svolgere in sicurezza e poi non fare un cip sull’invasione da sud, come accaduto finora! Chiaro il messaggio, o ci vuole un disegno?

CORONAVIRUS: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI DA COMO, LOMBARDIA E TICINO

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