La “fuga di cervelli” è un fenomeno ben noto in Italia.
Questione problematica per la dispersione di talenti che questo Paese non sa e non riesce a trattenere.
Sono moltissimi i giovani che cercano migliori opportunità lavorative o di studio all’estero: secondo alcune recenti stime il numero di cittadini residenti in Italia ma domiciliati in un’altra nazione è supera i 5.2 milioni di persone (fonte Fondazione Migrantes, aggiornata al 2019).
Le difficoltà che queste donne e uomini devono affrontare non sono sicuramente facili tra la necessità di adattarsi ad un nuovo Paese e imparare una nuova lingua.
Quest’anno per questi italiani si è è aggiunta un’altra questione a causa della pandemia Covid, quella del ritorno nel proprio Paese natale.
Tra questi “cervelli in fuga” c’è Matteo Valenzisi, ragazzo di 21 anni originario di Cantù, che vive e studia Aalborg in Danimarca, presso l’University College of Northern Denmark.
“Per noi studenti o lavoratori che viviamo all’estero – racconta – è diventato molto difficile tornare in Italia negli ultimi mesi. La problematica principale sta nell’acquisto del biglietto aereo: le compagnie rendono disponibili i titoli di viaggio, però pochi giorni prima della partenza, quasi sempre cancellano il volo”. Insomma: “L’unico modo per poter tornare è sperare che il proprio viaggio rimanga invariato”.
E non è tutto, il problema è pesantissimo sul fronte economico, i prezzi infatti sono aumentati del 100%: “In media i biglietti questa estate costavano tra 30 e i 40 euro, ora vanno dagli 80 fino ai 100. Per non parlare poi dei rimborsi dei voli cancellati, che a volte richiedono settimane e sono spesso erogati tramite buoni”.
Le istituzioni non sembrano prendere una posizione netta al riguardo come chiarisce Matteo: “Le compagnie aeree hanno il totale monopolio su questa situazione e possono fare ciò che vogliono; lo Stato Italiano e l’Unione Europea non danno tutele al riguardo”.
C’è poi la questione dei protocolli di sicurezza da rispettare: “Se si riesce trovare un aereo che non cancelli il volo, bisogna poi seguire i protocolli, che sono diversi ogni settimana. È giusto che essi ci siano, ma continuando a cambiare si rischia di non avere la carta giusta e di non poter partire”.
Questo può causare non pochi problemi a queste persone e anche alle loro famiglie, molte volte infatti la loro volontà di tornare in Italia non è “solo” per poter riabbracciare le loro famiglie durante le feste: “Molti hanno necessità di tornare nel proprio Paese, c’è chi deve occuparsi di problemi famigliari, chi ha esigenze lavorative, e molte altre importanti questioni. Nel mio caso ad esempio, a fine dicembre scade il contratto del mio appartamento, e se non riesco a prendere un volo per tempo, rischio di rimanere senza casa”.
L’unica soluzione per milioni di italiani rimane quindi, per ora, quella di aspettare e sperare nella sorte, di acquistare un “biglietto vincente” che gli permetta di tornare a casa.
Un commento
Che il prezzo dei voli possa passare da 40€ a 80€ ci sta: non sorprende e alla fine non penso nemmeno sia un problema.
Giustissimo invece chiedere chiarezza sui protocolli da rispettare e sulle regole per le compagnie aeree in caso di cancellazione del volo.