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L’esperto di big data Davide Tosi: “La scuola un detonatore di contagi. Meglio rinviare l’apertura”

L’interrogativo, a due giorni dalla ripresa delle scuole, è pressante. Riaprire o meno aule e istituti vista l’attuale situazione pandemica e i contagi in crescita? E mentre 1.500 dirigenti scolastici italiani, tra cui anche alcuni di Como, hanno chiesto con una lettera aperta indirizzata al premier Mario Draghi di stoppare il rientro in presenza per almeno altri 15 giorni (qui i dettagli), l’intervento di Davide Tosi, docente e ricercatore dell’Università dell’Insubria e esperto di big data, è duro e senza mezzi termini. Parole che prendono il via, come sua abitudine, dall’analisi accurata dei numeri.

“Barbara Florida, sottosegretario all’Istruzione ci dice che “dal 22 dicembre con le scuole chiuse e i contagi stanno schizzando. Ciò ci dice che la scuola aperta è un presidio di sicurezza”. Peccato che i dati ufficiali ISS dicano l’esatto opposto. L’incidenza di contagio nella fasce 0-9, 10-19 è stata massima nel periodo pre vacanze (picco nel periodo 6-12 dicembre) per poi diminuire nella settimana di chiusura. Il contagio si è poi propagato nelle altre fasce d’età. Il sottosegretario nel suo racconto dovrebbe essere almeno coerente con i dati che i suoi organi ufficiali distribuiscono. Ringraziamo queste vacanze natalizie, altrimenti altroché 180mila contagi al giorno”.

Dunque come comportarsi davanti allo spettro della riapertura delle scuole?

“Innanzitutto bisogna considerare un fatto: attualmente ci sono un milione e 600mila italiani in isolamento e quarantena e tra loro molti ragazzi. Quindi già tutti questi alunni non rientreranno. Ciò complicherà notevolmente il lavoro di presidi e insegnanti che dovranno avere a che fare con classi decimate, lezioni in Dad e alunni che, positivi, non potranno neanche fare la Dad”, spiega Tosi.

Una situazione veramente complicata e di difficile gestione da cui deriva “come sarebbe utile, per non peggiorare la situazione rinviare l’apertura degli istituti”, aggiunge il professore che però vuole ribadire con forza un concetto.

“La scuola nonostante il messaggio contrario che si vuol far passare, è un detonatore di contagi. Quando sono chiuse diminuisce il propagarsi del virus in quelle fasce d’età. I numeri da sempre parlano chiaro in tale direzione. Quello della scuola sicura è un alibi su cui troppo a lungo, chi doveva prendere dei provvedimenti, si è crogiolato”.

Appello a Draghi di Pessina, Volta e due Comprensivi: “Dad ancora per due settimane”

 

 

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