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Distretto dimenticato: la vita nel quartiere delle Caserme, tra topi, sterpaglie e rifiuti

“Che tipo di quartiere è questo? – chiede sarcastica Tiziana Tettamanti, dal bancone della tabaccheria che gestisce da 16 anni in via Viganò – potrebbe essere uno stupendo paesino in cui tutti si conoscono. Peccato che Como si sia dimenticata di noi”.

Un breve giro del distretto delle Caserme non fa altro che dare ragione a Tiziana e agli altri residenti che raccontano del senso di abbandono che pervade il quartiere materializzandosi nei rifiuti non ritirati, nei topi che escono al tramonto, nel verde selvaggio, nello sfacelo di aree dismesse.

Troviamo Michelangelo Zampieri che strappa, chino a terra, l’erba incolta cresciuta davanti al negozio di scale in via Castellini, gestito con la moglie. “Parlano di riqualificare quest’area ma non è stato fatto nulla – commenta l’uomo – è un vero peccato.

Ha del potenziale commerciale enorme”. Per Luigi Farina e Anna Balisoni, una coppia di pensionati, il quartiere fa paura, specie di sera.


“Gli alberi coprono i lampioni e le strade sono completamente buie” spiega l’uomo. “Il rischio per chi non è troppo abile è cadere e farsi male” fa eco, la moglie.


“Anni fa avevamo un distretto curato – commenta tra il deluso e l’amareggiato Elisa di Blass, 30 anni nel quartiere, di ritorno da una passeggiata con il proprio cane – l’erba cresce alta e la neve si accumula nelle strade. Ma il degrado di Como è evidente dappertutto. Non siamo i soli ad essere stati lasciati andare”.

L’articolo che hai appena letto è stato pubblicato su ComoZero Settimanale: ecco dove trovarlo ogni venerdì.

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2 Commenti

  1. Qualche mese fa ho partecipato a un evento in cui il Sindaco di Milano stava presentando un progetto per portare il centro città nelle periferie. Un piano per sviluppare servizi nelle zone periferiche e attraverso una rete di collegamenti: incentivare l’insediamento di aziende, uffici e indotto. Piano ambizioso che, mi dicono, già in corso di realizzazione.
    Leggendo l’articolo ho l’impressione che a Como l’Amministrazione a trazione “balubista”, evidentemente mossa dallo stesso desiderio di equità tra centro e periferie, sta creando delle zone disagiate in convalle. A breve raggiungeranno il centro. A quel punto anche a Como saranno colmate le differenze tra centro e periferia. Insomma…. perché portare il centro in periferia quando è possibile portare la periferia in centro? I nostri “fenomeni” la sanno lunga…..

  2. È terribile sia il deserto sotto la scalinata di via Napoleona, sia lo scempio lungo via Viganò, se proprio non si possono recuperare con abitazioni e/o piccoli negozi creare aree a verde così da avere anche aree di aggregazione. Ma la cittadella degli uffici presso la ex caserma?

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