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Dopo l’aggressione a Thomas, Marinetti (Arcigay): “Ddl Zan urgente, c’è odio verso chi è ritenuto diverso”

Insultato e picchiato dal branco per i suoi capelli rosa che ne rappresenterebbero l’omosessualità.

Un episodio quello denunciato da Arcigay Como nei giorni scorsi, ai danni di un ragazzo di Inverigo, che ha scosso gran parte della comunità comasca. Negli stessi giorni i telegiornali hanno parlato di un’altra aggressione omofoba nella metropolitana di Roma: un ragazzo è stato insultato e aggredito da un passante perché aveva baciato in pubblico il suo fidanzato.

A fronte di questi episodi, che hanno toccato da vicino anche la comunità comasca, abbiamo parlato con Stefano Marinetti, presidente di Arcigay Como, dell’importanza dell’approvazione in Parlamento del Ddl Zan.

Presidente ci spiega perché è così importante l’approvazione di questa legge?
Non importante, fondamentale. Il Ddl Zan serve a dare maggior disvalore alle violenze perpetrate sulla base dell’omolesbotransfobia, punendole più severamente. Forse, con una legge di questo tipo, in molti ci penserebbero due volte prima di commettere queste violenze. Inoltre avrebbe un forte impatto culturale sulla nostra società.

C’è chi dice che non è il momento giusto per pensare a questi problemi, che ora dobbiamo affrontare la crisi della pandemia.
In primo luogo ritengo che siamo un grande paese e il nostro Parlamento può lavorare bene a più temi contemporaneamente. In secondo luogo credo che, a maggior ragione oggi, ci sia bisogno di questa legge. A causa della crisi e delle restrizioni, le persone sono spesso arrabbiate e stanche, hanno paura per il loro futuro perché stanno vivendo una tragedia e cercano il nemico ovunque. Così aumentano i crimini d’odio: contro gli stranieri, le donne ma anche gli omosessuali e chi in qualche modo è ritenuto diverso. Quindi c’è bisogno di una tutela urgente.

Ritiene che nell’ultimo periodo le violenze di questo tipo siano aumentate?
In generale c’è un aumento della sofferenza in tutto il tessuto sociale comasco e nazionale che diventa un’insofferenza verso le diversità. La pandemia ha accentuato delle criticità già esistenti nella nostra società. Purtroppo sì, tramite i nostri canali abbiamo notato maggiori segnalazioni.

Del tipo?
Il caso di Thomas a Inverigo è stato eclatante ma spesso ci scrivono giovani che, costretti in casa, non si sentono accettati dalla famiglia e che vengono messi alla porta se non si omologano alla società. Noi cerchiamo di lavorare per l’accettazione delle diversità nella società ma è l’ultimo step: prima ci devono essere tolleranza e rispetto.

Poco dopo l’istituzione di Arcigay Como è arrivata la pandemia. Continuate il vostro lavoro online al momento?
Sì, fatta eccezione per qualche evento in presenza la scorsa estate, stiamo lavorando prettamente online. Organizziamo serate ricreative in streaming, appuntamenti per il dialogo e celebriamo le giornate di sensibilizzazione.

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