Non solo Como. L’allarme cinghiali investe tutta la provincia da tempo. Ultima segnalazione da Cernobbio, località Mezée.
Foto e racconto dai lettori che esasperati vivono una situazione di disagio, danni e certo anche potenziale pericolo personale. Un residente racconta così “l’ormai costante presenza di numerosi cinghiali in orari serali, a Cernobbio (CO) in località Mezée, che oltre ai danni ai giardini, creano disagio ai residenti. Non è un problema la presenza fine a se stessa, a volte si vedono anche cervi, ma questi quando vedono le persone se ne vanno, mentre i cinghiali spesso non si spostano nemmeno se passi con l’auto, bisogna suonare ripetutamente disturbando il vicinato. Come si può immaginare, in considerazione della stazza, passare a piedi non si sta molto tranquilli. Il problema è stato segnalato alle autorità locali, ma nessuno ha fatto niente”.
E ancora, un’altra residente: “Ecco in allegato alcune immagini scattate tra ieri sera e questa mattina. La presenza dei cinghiali è una costante, il numero degli esemplari è ingente. Due famiglie composte da circa 10 esemplari l’una e alcuni esemplari isolati circolano liberamente a qualsiasi ora del giorno e della notte. Ad esempio ieri sera alle ore 19.40 stavo uscendo per recarmi all’allenamento di pallavolo quando aprendo la porta di casa mi sono trovata davanti un esemplare di grosse dimensioni, il quale non più intimorito dalla presenza umana ha proseguito a scavare come se nulla fosse, costringendomi ad attendere la fine del suo ‘pasto'”.
Non si scherza, davvero: “La situazione è diventata pericolosa in quanto la madre quando circola con i piccoli tende ad essere aggressiva e ad attaccare chi avverte come possibile pericolo.
Le autorità competenti sono state contattate numerose volte ma senza alcun successo. Le case attorno alla nostra sono tutte dotate di recinzione mentre la nostra essendo una cascina ristrutturata non lo è. Uscire di casa è diventato veramente difficile. Io e mia madre non ci sentiamo al sicuro, non possiamo uscire liberamente. È come essere ai domiciliari senza aver colpa”.