L’ultima volta che Palazzo Natta ha battuto un colpo (ma gli spazi erano praticamente vuoti da tempo) era stato più di un anno fa, a febbraio del 2020 quando, dopo il Politecnico, che aveva già traslocato nel 2017, anche l’Università dell’Insubria ha restituito al Comune le chiavi dello splendido palazzo settecentesco nel cuore della città dove erano ospitati, dal 2007 (e con una convenzione di 9 anni rinnovabili fino a 50), i rettorati e le sale di rappresentanza dei due atenei.
E così anche questo gioiellino fatto di sale affrescate e soffitti a cassettoni recuperati con un lungo restauro durato 9 anni, per due milioni e mezzo di euro, aveva iniziato la sua parabola discendente che l’ha portato in pochi anni a trasformarsi da risorsa a gatta da pelare.
“Potrebbe diventare sede degli uffici del Turismo e della Cultura – aveva ipotizzato già nel 2018 l’assessore al Patrimonio Francesco Pettignano rovistando nel cassetto dei sogni, quelli per i quali basterebbero già i verbi declinati al condizionale per capire l’aria che tira – e locali così belli potrebbero anche ospitare piccole mostre o esposizioni in linea con la storia dell’edificio e la possibile nuova funzione”.
Bello, bellissimo, ma poi vuoi il valzer degli assessori alla Cultura, vuoi l’emergenza sanitaria, avevano fatto arenare tutto, tanto che l’anno scorso lo stesso Pettignano aveva messo le mani avanti sui tempi di un possibile trasloco degli assessorati: “Impossibile dirlo al momento – si era affrettato a precisare – ora i tecnici dovranno valutare lo stato dell’edificio per riscontrare eventuali criticità e interventi necessari”.
Operazione doverosa che poi, però, è purtroppo finita in quella sorta di buco spazio temporale che pare inghiottire praticamente ogni progetto di un certo pregio in città.
“Dopo un piccolo intervento di sistemazione per circa 150mila euro, con fondi che abbiamo già previsto, Palazzo Natta potrebbe diventare il Palazzo della Cultura, con le associazioni, una parte affidata alla Camera di Commercio per uffici di rappresentanza e infine una parte dove entreranno gli uffici del settore cultura del Comune”, aveva dichiarato l’assessore alla Cultura Livia Cioffi lo scorso gennaio lasciando intendere che i lavori fossero ormai imminenti.
E invece a Palazzo tutto tace e l’assessore, da noi interpellata, si è limitata a comunicare che il settore Cultura non può ancora usufruire di quegli spazi né programmare alcunché passando la palla si colleghi al Patrimonio e ai Lavori Pubblici, Francesco Pettignano e Pieragelo Gervasoni, che abbiamo provato a contattare senza successo.
GALLERY-SFOGLIA
Palazzo Natta, quindi, al momento sembra avere tutte le carte in regola solo per una cosa: candidarsi a promessa elettorale da infilare nei programmi dei prossimi candidati sindaco, sperando in un uso parco dei verbi al condizionale.
A proposito di scandali ecco altri approfondimenti: Asilo Sant’Elia e Politeama.
2 Commenti
La lungimiranza e la capacità di chi ci amministra è praticamente un miraggio, ricordo, anni orsono, quando qualcuno voleva sfrattare la Finanza dal palazzo del Fascio (Terragni) per poterlo gestire non si sà in che modo, per fortuna non è accaduto e se è ancora in buone condizioni è proprio grazie alla sede della G. di F.
Comune di Como (politici al potere , dirigenti , funzionari) : gente senza vergogna.