L’Unione Frontalieri Italiani in Svizzera (UFIS) ha depositato un esposto formale alla Procura Generale della Corte dei Conti, alle Procure Regionali della Lombardia e del Piemonte, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dell’Economia e delle Finanze, al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, all’INPS, alle Regioni Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta e alle Prefetture dei territori di confine.
Un’iniziativa che ha l’obiettivo di segnalare alle autorità competenti alcune criticità nella gestione delle somme derivanti dai ristorni fiscali dei lavoratori frontalieri e di proporre soluzioni tecniche idonee a garantire la corretta applicazione delle norme vigenti, senza la necessità di ulteriori oneri sanitari o contributivi a carico dei lavoratori.
“L’esposto, redatto sulla base della documentazione ottenuta da UFIS a seguito della precedente azione di accesso civico generalizzato (FOIA), ricostruisce in modo puntuale il quadro amministrativo, contabile e normativo relativo all’utilizzo dei fondi derivanti dalla tassazione alla fonte dei lavoratori frontalieri. Dall’analisi della documentazione emergono elementi che richiedono, secondo quanto previsto dalla legge, una verifica di conformità da parte delle autorità contabili e governative competenti”, scrivono i proponenti.
L’esposto è uno “strumento formale attraverso il quale un soggetto privato o collettivo sottopone alle istituzioni fatti o situazioni che necessitano di accertamento ai fini del rispetto della normativa amministrativa e contabile. In questo caso, UFIS ha sottoposto alle autorità la necessità di verificare la corretta applicazione delle disposizioni previste dagli Accordi Bilaterali Italia– Svizzera del 1974 e del 2020, dalla Costituzione italiana (articoli 117, 119 e 120) e dalla Legge di ratifica n. 948 del 1976, in materia di destinazione e gestione dei ristorni fiscali versati dalla Confederazione Svizzera allo Stato italiano”.
Le somme oggetto dell’esposto “derivano dalle imposte trattenute alla fonte sui redditi dei lavoratori frontalieri e rappresentano risorse pubbliche destinate per legge a finalità di natura compensativa e territoriale, in particolare al sostegno dei servizi sanitari, sociali e infrastrutturali delle aree di confine. L’atto chiede di accertare se le modalità di utilizzo di tali fondi da parte delle amministrazioni regionali e locali siano pienamente conformi al quadro normativo e agli accordi internazionali in vigore, garantendo trasparenza, tracciabilità e corretto impiego delle risorse.
Parallelamente Ufis “ha richiamato l’attenzione delle autorità competenti sulla mancata attuazione uniforme della NASpI per i lavoratori frontalieri. Tale misura, prevista dagli accordi internazionali e dalla normativa nazionale in materia di ammortizzatori sociali, costituisce uno strumento fondamentale di tutela del reddito, ma risulta ancora in fase di applicazione parziale”, prosegue il docuemnto.
L’esposto chiede di verificare le “cause di tale ritardo e di adottare le necessarie misure amministrative e operative per la sua piena attuazione. Alla luce di quanto rilevato, UFIS ha inoltre richiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri l’istituzione di un tavolo tecnico interministeriale con la partecipazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze, del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero del Lavoro, dell’INPS, delle Regioni e delle Prefetture dei territori di confine. UFIS ha espresso la volontà di prendere parte a tale tavolo in qualità di soggetto proponente e rappresentativo della categoria dei lavoratori frontalieri, al fine di contribuire alla definizione di soluzioni condivise, tecnicamente sostenibili e conformi al diritto nazionale e internazionale”, la conclusione.
L’obiettivo dell’iniziativa è promuovere un dialogo istituzionale fondato su dati verificabili, atti ufficiali e norme vigenti, finalizzato a garantire una gestione chiara, uniforme e trasparente dei ristorni fiscali, la corretta destinazione delle risorse pubbliche e la piena attuazione delle misure di welfare previste per i lavoratori frontalieri.
«Con questo esposto portiamo all’attenzione delle Istituzioni una questione che riguarda migliaia di famiglie. È tempo che le risorse dei frontalieri tornino ai territori e che i diritti previdenziali e sanitari siano riconosciuti in modo equo, trasparente e conforme alla legge”, dichiara Lisa Molteni, Presidente di UFIS.
“Il nostro obiettivo non è lo scontro, ma la chiarezza. Chiediamo solo che venga fatta piena luce sulla gestione dei ristorni e che la NASpI venga attuata per tutti. È un passo necessario per restituire dignità e certezza ai lavoratori frontalieri”, dice Cristian Bisa, Vicepresidente di UFIS.
Intanto sempre in giornata è arrivata la notizia sull’importo, per l’anno 2024, della compensazione finanziaria sulle remunerazioni dei frontalieri che beneficiano del regime transitorio ai sensi dell’articolo 9 del nuovo Accordo sull’imposizione dei lavoratori frontalieri. Cfra che ammonta per i Cantoni Grigioni, Ticino e Vallese, a 120’173’305 franchi, già versati all’Italia a fine giugno 2025. È quanto ha reso noto la delegazione elvetica nel corso del primo incontro tra Svizzera e Italia, tenutosi ieri, in applicazione dell’Accordo. La delegazione svizzera ha inoltre fornito i dati riguardanti il numero di frontalieri italiani soggetti al regime transitorio, che lavorano nei cantoni interessati dall’Accordo, pari a 77’358, ripartiti per Comuni.