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Covid – Stabili i contagi a Como: +91 (come ieri). Lombardia: frenano le infezioni e si stabilizzano i decessi

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TEST SIEROLOGICO

“Per primi in Italia inizieremo i test sierologici con prelievo ematico. Stiamo facendo il massimo che il mercato ci consente con i tamponi, nonostante ci sia un problema oggettivo con i reagenti. Abbiamo coinvolti tutti i laboratori per processare i tamponi che facciamo”. Lo ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera.

“Il test sierologico – ha spiegato Gallera – e’ molto più veloce ed affidabile, consente di verificare se gli anticorpi sono immunizzanti e cioè se hanno sterilizzato il virus cosi’ da poter riprendere una vita sociale senza correre il rischio di infettare qualcuno. A regime, pensiamo di riuscire a farne fino a 20.000 al giorno”.

“Iniziamo il 21 aprile – ha aggiunto l’assessore – partendo da coloro che devono rientrare a lavorare: gli operatori sanitari e i cittadini dopo le loro quarantene. lavoreremo su tutto il territorio. Stiamo facendo il massimo degli sforzi, il nostro test elaborato a Pavia sara’ disponibile un minuto dopo che avrà ottenuto tutte le certificazioni”

L’assessore ha anche fatto sapere che oggi si e’ insediata la commissione sulle Rsa: “vogliamo ci sia quadro indipendente e autorevole che si basa su dati scientifici e che possa raccontare cosa e’ realmente successo in questi mesi e se ci sono stati errori, qualche ammanco da parte dei gestori e quindi come rimediare. E indipendente e restituirà in maniera trasparente i risultati il prima possibile”.

“Tutti gli sforzi – ha concluso – hanno portato a risultati positivi, gli ospedali ci dicono che persone che si presentano al PS con sintomi normali e piu’ alto dei pazienti con patologie Covid. Abbassare la guardia potrebbe essere pericoloso. Dovremo convivere con questo virus tenendo conto che la quotidianità sara’ diversa”.

RSA

Si e’ insediato oggi, su iniziativa del presidente Fontana, il ‘Comitato dei Saggi’ per discutere sulle fasi che seguiranno l’attuale situazione di emergenza sanitaria”. Lo comunica in una Nota la Regione Lombardia.

“Il Comitato, composto dai Rettori dell’Università Cattolica di Milano, Politecnico di Milano, Università degli Studi di Milano, Università Bicocca di Milano, Università Bocconi di Milano e dal Presidente del Comitato regionale di Coordinamento delle Universita’ di Lombardia in rappresentanza di tutte le Universita’ lombarde, si e’ riunito – prosegue la Nota – in teleconferenza alla presenza del vicepresidente Fabrizio Sala, dell’assessore al Bilancio, Davide Caparini, dell’assessore alla Montagna, Massimo Sertori, dell’assessore all’Ambiente, Raffaele Cattaneo e di quello all’Agricoltura, Fabio Rolfi”.

“Il Comitato – conclude la Nota – avrà il compito di fornire al ‘Tavolo per lo Sviluppo’ di Regione Lombardia, al quale siedono tutti i rappresentanti delle categorie sociali e produttive, un progetto che, nell’analizzare temi economici, sociosanitari, scientifici e culturali, fornisca indicazioni per la ripartenza della Lombardia sul medio e lungo periodo. Tale progetto – nel quale sono coinvolti i capigruppo di maggioranza e opposizione in Consiglio regionale – dovrà tener conto, della specificità lombarda, puntando su innovazione e inclusione”.

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4 Commenti

  1. Il problema è che si dovrebbero raccogliere più informazioni su chi viene sottoposto a tampone: età, sesso, professione, residenza, etc..

    Altrimenti non si potrà mai capire come si evolve la situazione, quali luoghi sono sicuri e quali no, quali aziende potranno riaprire e quali no.

    Si ammala la gente a casa o si ammala la gente in ospedale? Si ammala chi lavora nei supermercati o chi lavora nelle RSA? Si ammala chi prende i mezzi pubblici per andare a lavorare o chi esce a correre?

    Avere solo il numero dei contagi senza ulteriori informazioni significa non avere sotto controllo la situazione.

  2. Eh so stabili si peccato che settimana scorsa erano stabili con un numero più bassoi pare una media di 60 al giorno

  3. Contagi stabili non è una buona notizia. Forse perchè si fanno più tamponi sopratutto nelle RSA ? Oppure si trovano positivi i familiari dei lavoratori e lavoratrice delle RSA che nessuno aveva pensato di isolare? Stare a casa in questo caso significa infettarsi

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