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Giornata mondiale dell’acqua, l’attacco dei Verdi: “Lago in secca, Regione assente”

Due conferenze stampa collegate tra loro, una al Comune di Como l’altra al Palazzo Municipale di Crema, per ribadire quanto l’acqua sia preziosa, in concomitanza con la giornata mondiale dedicata.

Oggi Elisabetta Patelli, presidente onoraria dei Verdi della Lombardia e portavoce dei Verdi di Como, con Gianni Del Pero, ex presidente Consorzio dell’Adda e consigliere regionale WWF Lombardia e il supporto di Andrea Ladini della Federazione provinciale Verdi di Crema collegato telefonicamente, hanno lanciato la richiesta di una gestione integrata delle acque del bacino dell’Adda, dalla Valtellina al Lago, al Lodigiano, alla Bergamasca ed al Cremonese per evitare speculazioni e sprechi.

Alta l’allerta per i laghi lombardi con un deficit idrometrico sempre più ingente (Maggiore: -51%, Como: -65%, Iseo: -50%, Idro: -10%), che ha caratterizzato i primi mesi dell’anno e si avvicina ora ai minimi storici del periodo.

“La situazione del lago di Como è grave – sottolinea Del Pero – il livello si abbassa sempre di più con un ammanco di 95 milioni di metri cubi di acqua. Una minaccia per la fauna, con numerose specie che rischiano di morire, e per la navigazione perché un così basso livello di acqua rende inutilizzabili i pontili”.

“Il problema – prosegue – si estende fino alla Pianura Padana. Se i livelli sono bassi si rischia di compromettere l’agricoltura di tutto il territorio”.
La stagione dell’irrigazione partirà il 1 aprile e rischia di essere molto complessa.
“A Crema i fossi sono asciutti e l’Adda e basso – commenta Landini collegato telefonicamente – servono urgenti provvedimenti”.

Pochi giorni fa migliaia di giovani in tutto il mondo, Como compresa, hanno protestato contro il cambiamento climatico e le sue devastanti conseguenze.

“I cambiamenti climatici incidono – sottolinea Patelli – basti pensare alla riduzione dei ghiacciai e alla progressiva tropicalizzazione del clima. A questo si aggiunge una latitanza politica, una Regione assente”.

“Gli invasi alpini lombardi – prosegue Patelli – sono in mano a 70 grandi dighe gestite da colossi che destinano il 20% dell’acqua all’agricoltura e il restante per l’idroelettrico. Le concessioni sono quasi tutte scadute ma ancora attive. Il livello del lago scende mentre negli invasi alpini ci sono fermi circa 230 metri cubi di acqua. Manca una regia pubblica che tuteli  un bene prezioso per tutti, i cittadini non devono subire i rischi economici e ambientali della gestione privatistica di un bene pubblico”.

Per risolvere l’emergenza i Verdi propongono una gestione integrata di bacino attraverso la riapertura del Patto per l’acqua, concluso nel 2009, che esponeva strategie di risparmio recupero, riciclo e valorizzazione del patrimonio idrico.

Nello specifico il nuovo patto prevede la gestione delle concessioni e una serie di regole per amministrare l’acqua nell’interesse pubblico, tenendo conto dell’idropotabilità, dell’agricoltura, della navigazione e del settore elettrico industriale.

“La nostra proposta – continua Patelli – consiste nel riunire i comuni e tutti gli attori coinvolti per avviare dei tavoli di lavoro capaci di portare soluzioni efficaci attraverso una gestione integrata del bacino. Dall’11 febbraio la gestione dell’acqua è affidata a Regione Lombardia che però è latitante. “.

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