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Gli agonisti, i carteggi, i numeri: così il Comune ha revocato Pallanuoto Como

Ma che cosa c’è nella famosa determinazione dirigenziale che ha fatto decadere Pallanuoto Como dalla concessione della piscina di viale Geno, con (ri)assegnazione del compendio a Como Nuoto?

In concreto, nulla di nuovo in assoluto. Ma almeno – come la redazione ha potuto ricostruire consultando il documento peraltro inspiegabilmente non ancora reso pubblico dal Comune – gli uffici di Palazzo Cernezzi hanno messo nero su bianco i numeri finali relativi agli atleti di Pallanuoto Como “che hanno svolto attività agonistica” ma che, non essendo ritenuti agonisti in senso stretto e tecnico, l’amministrazione non ha considerato validi per i conteggi decisivi. Elemento che ha dunque determinato il clamoroso ribaltone. Un punto, quello della considerazione nelle verifiche dei soli atleti agonisti in senso stretto, che gli uffici comunali – anche nell’ultimo atto – hanno ribadito di aver precisato più volte nel corso del tempo e nei vari carteggi intercorsi con le società interessate.

Perché, come noto, il punto sta (quasi) tutto qui: a dispetto di una formulazione poco chiara nel bando originario, il Comune alla fine – nell’espletare le verifiche persino dopo l’aggiudicazione a Pallanuoto Como del 17 giugno scorso – ha ritenuto che soltanto gli atleti agonisti in senso stretto e non che abbiano soltanto svolto occasionalmente attività agonistica fossero quelli utili da conteggiare per assegnare i punteggi alle due società in lizza.

E alla fine le verifiche sollecitate anche da Como Nuoto direttamente e poi per tramite del consigliere Alessandro Rapinese (che aveva pure portato la vicenda in Procura) hanno detto questo: per l’anno 2015-2016, il Comune imputa a Pallanuoto Como di aver indicato con documentazione successiva a quella presentata per la gara originaria 50 atleti agonisti e non i 51 iniziali; e poi che per l’annata 2014-2015, i 151 agonisti dichiarati in sede di gara dall’alleata di Pallanuoto Como, ossia la ligure Crocera Stadium, sempre nella documentazione successiva, pervenuta in Comune il 30 giugno, sarebbero in realtà risultati in numero inferiore.

E ancora, a Pallanuoto Como sarebbero “addebitati” 4 tesserati per il 2015-2016 e poi 11 sia per il 2016-2017 sia per il 2017-2018 che sarebbero a tutti gli effetti “atleti Propaganda”, dunque in alcun modo assimibilabili ad agonisti tout court.

Insomma, divergenze troppo grandi secondo gli uffici comunali per non portare alla decadenza della concessione a Pallanuoto Como e quindi all’affidamento di viale Geno a Como Nuoto.

Come noto, però, Pallanuoto Como ha annunciato ricorso al Tar: argomenti e tesi, nel link rosso qui sotto.

VIDEO Pallanuoto Como non ci sta, Dato e Rallo: “Andiamo al Tar. Il Comune rifaccia i calcoli”

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5 Commenti

  1. Cioè nel bando hanno scritto “atleti che hanno svolto attività agonistica” e poi hanno cambiato in corsa il criterio?

    Secondo ciò che è scritto nel bando, non basta essere tesserato agonista: se poi non ho fatto alcuna gara, allora non ho svolto attività agonistica quindi non dovrei rientrare nel conteggio.

  2. Perciò nel bando il comune di Como chiede il numero degli atleti che hanno fatto attività agonistica, ora invece sono diventati solo ed unicamente atleti classificati agonisti da FIN
    Decisamente non finisce qui, Comune di Como, Comonuoto e Rapinese temo fortemente avranno una cocente delusione

    1. Scusi, ma secondo lei è così acclarato che Rapinese abbia ragione?!
      Due sentenze : TAR e Consiglio di Stato si sono pronunciate diversamente.
      Sarà nuovamente il TAR a dare il responso corretto, non Rapinese o altri.

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