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Gloria al Popolo, i comaschi e il loro cinema da salvare: servono 60mila euro entro maggio

È un lunedì sera di un inizio febbraio sorprendentemente caldo. Sulla Varesina alcune macchine sfrecciano dirette lontano.

Altre si infilano nel piccolo parcheggio del Cinema Gloria. Scaricano coppie, gruppi di amici, giovani e meno giovani, venuti per partecipare a un rito irrinunciabile: il “Lunedì del Cinema”.

Poco lontano, un multisala torreggia su piazzale Camerlata offrendo prime visioni.

Eppure Pierpaolo Schiavio e Antonella Rovetta sono i primi che alle 20.20 attendono di entrare al Gloria, 40 minuti prima dell’inizio di “Miserere” del regista greco Babis Makridis. “Sarò conservatore ma non apprezzo i pop corn, la pizza, le bibite. I monosala sono spazi di aggregazione” esordisce Pierpaolo, in piedi davanti alla pesante saracinesca ancora chiusa. “Gli spettatori hanno un forte legame con questo posto – continua Antonella – gruppi di amici si danno appuntamento e dopo il film si fermano a commentare il film”.

Il Gloria è un patrimonio: siamo seri, bisogna FARE non solo andare al Cine (e suonano i peperoni)

Le serrande si aprono e gruppetti di persone arrivano alla spicciolata. Mario Fraticelli e Diego Canzani hanno cominciato a frequentare la scena del cinema indipendente di Como, insieme, 30 anni fa.

Ogni lunedì, si danno appuntamento nel foyer. “All’inizio era l’Embassy in via Rezzonico con i mercoledì del cinema e poi il Gloria – spiega Diego che viene da Lenno ogni settimana – qui abbiamo scoperto film iraniani o palestinesi”. “Come quello del maiale in barca – interviene Mario, ricordando la proiezione de “Un insolito naufrago nell’inquieto mare d’oriente” del 2011 – sono titoli che non trovi su Netflix”.

Orizzonti di Gloria. D’Antuono: “Siamo come naufraghi, non possiamo non provarci”

La piattaforma di streaming ritorna regolarmente nelle conversazioni degli spettatori. Quello che potrebbe essere un formidabile deterrente a lasciare il divano, non distoglie i cinefili dall’abbraccio del velluto rosso delle poltrone del cinema.

“Ciò che non si trova in streaming si trova al Gloria – spiega Massimiliano Pini, il cui battesimo alla scena cinefila comasca è avvenuto 35 anni fa con “Un cane andaluso” proprio all’Embassy – qui abbiamo costruito una vera e propria comunità”.

Stereotipo vorrebbe che i giovani siano presenza rara al Gloria dai muri colmi di manifesti di film come “Metropolis”, “Uccelli”. “Il gabinetto del dottor Caligaris”. Ma tanti sono i ragazzi che si mettono in fila al botteghino. Stefania Macrì e Marcello Angelini, 25 e 26 anni, raccontano di venire certamente per i film ma soprattutto per l’atmosfera.

“Alcuni coetanei non lo considerano pop. Ma qui si può parlare ed è un ambiente familiare” dice la ragazza. Ci sono poi Cristiano de Nicola e Nicola de Pinto, sulla trentina. Sono romani e guidano verso la Germania per girare un film. Hanno visto le locandine di Miserere e non hanno resistito: “Lavoriamo nel cinema indipendente e crediamo in questo tipo di spazi”.

Il Gloria e Xanadù: i primi 50mila euro. I comaschi amano quella meravigliosa macchina dei sogni

Fuori, appoggiati al muro, Davide Coleman e Alessandro Gessaga sorseggiano una birra prima di entrare. Compositore il primo e regista il secondo, parlano del Gloria come l’unica, rara eccezione del panorama comasco: “Di solito andiamo a Milano, all’Anteo. Il Gloria permette di vedere ottimi film senza andare lontano”.

La presentazione dello spettacolo è iniziata. Bettina Colombo, Marco Reggi e Stefano Bergna, chiacchierano, minuti prima che le luci sfumino. Sullo sfondo di tutte conversazioni di questa sera c‘è la possibile chiusura del cinema, minacciato dallo scadere del contratto di locazione.

I tre vengono da Cantù sempre “sulla fiducia”, raccontano, senza sapere che film verrà proiettato. “Rimarranno solo i soliti multisala” risponde Marco, quando chiediamo di immaginare una potenziale chiusura. Sono partiti i titoli di testa e i tre ragazzi si affrettano a prendere posto. Ma prima di infilarsi tra le pesanti tende di velluto Bettina si lascia andare a un “Viva il Gloria!” e il film può cominciare.

D’Antuono: “Chiesto il pagamento a rate ma serve uno sforzo in più”

“Abbiamo chiesto alla proprietà di poter rateizzare il pagamento per acquistare il cinema. Si sono detti interessati. Rimangono da concordare i dettagli”. Così Enzo D’Antuono, presidente di Arci Como, descrive il più recente sviluppo nella campagna per salvare lo Spazio Gloria, leggendario cinema di via Varesina, minacciato da una possibile chiusura.

Il 31 di maggio, infatti, scade il contratto di locazione tra proprietà. Lo scorso febbraio, l’associazione ha lanciato una raccolta fondi volta a recuperare 130mila euro necessari a coprire almeno una fetta dei 750mila del prezzo di vendita dell’immobile. “Ad oggi abbiamo raccolto circa 70mila euro – spiega il presidente – ne mancano ancora 60mila.

La campagna tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 ha visto una ripresa importante ma dobbiamo continuare a spingere con altre iniziative”. L’appello di D’Antuono va poi ai 2500 soci Arci, di cui solo una piccola parte ha contribuito alla raccolta fondi: “Se tutti avessero donato avremmo comprato il cinema un paio di volte.

Il nostro appello è quindi diretto a chi è tesserato ma non ha ancora contribuito”.
In vista della scadenza del 31 maggio, il “rush finale” prevede numerose iniziative. “Tra poco lanceremo ‘Aggiungi il Gloria a tavola’. Invitiamo i donatori ad organizzare delle cene a casa propria per parenti ed amici in modo da raccogliere fondi per lo Spazio Gloria”. 

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

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2 Commenti

  1. Sia l’Astra che il Gloria sono alla ricerca di bandi/fondi/finanziamenti per provare a rimanere aperti; il Politeama è un mistero e non si capisce cosa farne.

    Invece di tentare il galleggiamento individuale, non avrebbe più senso convogliare gli sforzi con un’idea generale? Probabilmente 3 strutture sono eccessive.

  2. L’eventuale chiusura del cinema Gloria sarebbe, per la città di Como, una occasione mancata.
    Parlo dell’occasione di avere una sala la cui programmazione cinematografica vanta i famosi “Lunedì del cinema” con film d’essay (il Gloria è l’unico cinema che propone questi titoli nella città), prime visioni (ricordo il vincitore dell’oscar 2020 “Parasite” di Bong Joon-ho, proiettato già a novembre 2019 in linea con la distribuzione nelle sale italiane), i grandi classici restaurati (dove sarebbe stato possibile vedere “Il dott. Stranamore” di Kubrick in lingua originale, se non al Gloria?), e tanto altro.

    Parlo anche dell’occasione di avere un luogo di eventi e concerti: ricordo il tributo a Fabrizio de André in occasione degli 80 dalla sua nascita, o il “Ti aspetto al Gloria” organizzato da “GOMMA – Piccolo e gioioso festival di illustrazione” con fumetti, autoproduzioni, poetry slam e live concert.

    Parlo infine dell’occasione di avere un punto di riferimento dove trovarsi in compagnia dei propri amici o dove fare nuove conoscenze!

    Il cinema Gloria è tutto questo, SOSTENIAMOLO, non solo per chi già lo frequenta, ma per tutta la città di Como!

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