Persino la Svizzera è pronta a congelare gli averi dei russi nella Confederazione. A dichiarre l’ipotesi come “molto probabile”, riferisce Keystone-ATS, l’agenzia di stampa svizzera, è stato il presidente della Confederazione Ignazio Cassis parlando della seduta straordinaria del Consiglio federale in programma lunedì 28 febbraio. Sul tavolo anche l’eventualità di sanzionare Putin.
Secondo il consigliere federale ticinese, la neutralità svizzera, nonostante il provvedimento in arrivo, “deve tuttavia essere garantita”.
Giovedì il Consiglio federale aveva già fortemente inasprito le misure nei confronti della Russia, ha rilevato Cassis al telegiornale romando “19h30”. “Domani andremo nella stessa direzione”, ha aggiunto. Ma la decisione finale terrà conto in ogni caso della neutralità svizzera.
Il consigliere federale ha inoltre smentito la notizia secondo la quale lunedì o martedì a Ginevra si sarebbe svolta una conferenza di pace per l’Ucraina, alla quale avrebbero partecipato il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov e, in videoconferenza, il segretario di Stato americano Anthony Blinken, annunciata dai siti web di Tamedia. “Si tratta di speculazioni mediatiche”, ha commentato il Ticinese indicando comunque di essere in contatto con le due parti.
Cassis si è detto felice che il dialogo riprenda tra la Russia e l’Ucraina, dopo che i due Paesi si sono detti d’accordo di incontrarsi domani alla frontiera tra l’Ucraina e la Bielorussia per dei colloqui. “Ma la strada è ancora lunga”, ha ammonito.
In caso di successo dei colloqui, a suo avviso, è possibile che si arrivi rapidamente a un armistizio. In ogni caso, “la Svizzera può istituire un canale diplomatico tra i due Paesi”, ha rilevato il consigliere federale.
Alla domanda su quanti rifugiati ucraini la Confederazione potrebbe accogliere, il consigliere federale non ha voluto fornire una cifra precisa, poiché “gli Ucraini sono liberi di entrare in Svizzera”. “Li accoglieremo come fratelli e sorelle europee”, ha concluso.