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I pannelli solari comunali diventano un caso. Matita rossa di Magatti su Braga: “Ci sono, ecco le immagini”

“Nell’intervento dell’onorevole Braga c’è forse un fraintendimento”.

Il tono è assai diplomatico (d’altronde non li si può davvero definire avversari politici) ma la correzione arriva.

Solo poco fa abbiamo pubblicato questa nota, diffusa dalla deputata comasca dem, Chiara Braga:

Denuncia Braga (Pd): “Energie rinnovabili, Como maglia nera. Nessun investimento sul solare”. Ecco lo studio

In sintesi Braga, citando un rapporto di Openpolis pubblicato oggi, evidenzia come: “Como invece è uno dei 7 capoluoghi di provincia sui 109 totali che non produce in nessun impianto di proprietà comunale energia da fonti rinnovabili”.

Invero piuttosto rapidamente è arrivata la smentita dell’ex assessore all’Ambiente (Giunta Lucini), Bruno Magatti, leader della lista Civitas.

“Il Comune di Como infatti, non certo da ieri, ha investito in impianti fotovoltaici installandone su diversi edifici pubblici”, evidenzia Magatti (i primi progetti partirono con il sindaco Stefano Bruni).

E aggiunge: “A titolo di esempio è sufficiente guardare le immagini satellitari delle scuole medie di Monteolimpino e Albate oltre al Comune di Como. Non servono commenti. I cittadini comaschi devono sapere che alle volte la realtà non è proprio così “nera” come viene raccontata”.

Così l’ex consigliere e assessore fornisce screenshot da GMaps:

 

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3 Commenti

  1. Dopo l’affaire “Paratie” gli uffici del Comune di Como sono allo sbando più completo, i dirigenti hanno il terrore ad apporre la loro firma sui progetti, non per nulla il Comune ha un avanzo di bilancio che sfiora i 90 milioni tutte opere mai messe in cantiere, la politica ha le sue responsabilità ma in questo momento gli “intoccabili” dirigenti pubblici ne hanno molta di più…..

  2. Sicuramente il rapporto di Openpolis è lacunoso ma francamente è un’area quella dell’energia rinnovabile e del recupero energetico che vede brillare poche realtà e tra queste non c’è sicuramente Como. Diverse sono le cause: la mancanza di attenzione sul tema, gli scarsi benefici economici che danno queste soluzioni nel breve periodo ma, soprattutto, la fatiscenza del patrimonio pubblico che forse è ora di ricostruire con nuovi criteri utilizzando i finanziamenti pubblici previsti e le riserve patrimoniali accumulate in questi cinque anni di “nulla”. Purtroppo, le forze politiche che aspirano ad eleggere il prossimo Sindaco, sono concentrate sui nomi e non sulle idee e sui programmi per attuarle. I comaschi non meritano di scegliere solo un nome. Devono scegliere come sperano che sia la loro città per i prossimi trent’anni. Il rischio, altrimenti, è ribeccarsi un “buon” Sindaco, una bravissima persona, ma nulla più. ?

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