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I Verdi disertano l’Agorà Pd. Patelli: “Minghetti? Nome valido ma garanzie sui temi o guarderemo altrove”

Continua a riservare colpi di scena l’Agorà del Pd su “La città che vogliamo” di lunedì scorso.

In attesa che Civitas decida se rompere l’unità del centrosinistra per sostenere in solitaria Adria Bartolich oppure no, e dopo le tensioni per la defezione della lista guidata da Bruno Magatti, un intervento da assessore in pectore di Giuseppe Cosenza  qui il resoconto della serata  e l’acclamato discorso on line della candidata del PD a Palazzo Cernezzi Barbara Minghetti, emerge infatti un altro elemento.

L’architetto di Civitas Ado Franchini non è infatti stato l’unico relatore invitato ad aver deciso di disertare l’incontro. All’evento era previsto che prendesse la parola anche Elisabetta Patelli, presidente onoraria di Europa Verde Lombardia ma anche lei, poco prima dell’appuntamento organizzato in Cna, ha rifiutato di sedersi al tavolo.

Spontaneo porsi delle domande: che si sia trattato di un chiaro segnale di rifiuto nel parlare in una riunione organizzata dal Pd con il sempre più probabile candidato dello schieramento?

La diretta interessata spiega l’accaduto e, seppur con stile e diplomazia, non risparmia delle stoccate. Frecciate che non sono indirizzate alla Minghetti, almeno non in maniera diretta, quanto alle modalità decise per organizzare l’incontro.

“Sinceramente mi è sembrata una vera e propria prova di coalizione, con anche il candidato o presunto tale, in collegamento. Non è così che si fa a mio avviso. Il nome del futuro sindaco è importante e va discusso insieme a tutte quelle che potrebbero essere le parti di un progetto, in separata sede. Noi non siamo stati mai contattati in precedenza. Ritrovarsi così in un evento senza aver avviato al nostro interno un confronto non mi pare adeguato. Soprattutto pochi giorni dopo la notizia di Barbara Minghetti”.

Da qui il passo indietro e l’avvio immediato di un discorso in seno ai Verdi che porterà da qui a brevissimo a un confronto diretto con la stessa Minghetti. “Sarà decisivo. Stimo Barbara, ne apprezzo le doti e sicuramente è un nome valido”, dice la Patelli che però mette dei paletti ben chiari.

“Detto questo, bisogna capirsi. Noi Verdi ci siamo, a patto che ci venga assicurato il massimo impegno su due o tre temi per noi cruciali. Parlo di un’idea di città sostenibile e del tema della mobilità su tutti. Non sono più argomenti che possono esse rinviati. Da ciò dipenderà il nostro appoggio”.

Messaggio dunque forte e chiaro anche perchè “già nelle scorse settimane in alcuni casi mi sono alzata da tavoli politici in cui si parlava di elezioni e candidati ma in cui non si dava l’opportuno risalto a quelli che per noi sono temi imprescindibili”. In conclusione rimane l’interrogativo: l’appoggio dei Verdi ci sarà? “La vedo come una figura adatta ma dobbiamo parlare. Se arriveranno le rassicurazioni che chiedimao, nessun problema. Altrimenti guarderemo altrove”

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6 Commenti

  1. Risposta per Sig. Libero, Quali pezzi, rilevanti od irrilevanti? Ognuno vuole aspirare al proprio momento di “Potere”. Comunque tutti giocano per “il Nulla” e poi ci pentiremo amaramente.

  2. Apperò……Neanche una settimana dalla “nomination” e la sig.ra Minghetti sembra perdere pezzi da tutte le parti…..

  3. È una persona valida ma……cosa? Ormai è una litania, sì è brava però, è un nome spendibile anche se, l’ammiro ma…
    Se per tutti è brava, al netto dei se dei ma, dove è il problema?
    E se si provasse prima a focalizzare un elenco di cose concrete da fare e poi, dico poi, si andasse a verificare se il nome che circola è in grado di portale avanti?

  4. Le donne sono sempre molto più intelligenti di noi uomini. Nel dibattito politico a Como sono perfino più sagge. Nella querelle sul candidato Sindaco, alle improvvide e mal interpretate dichiarazioni del leader di Civitas, si è scatenata la polemica. Strumentale ovviamente: c’è chi avendo preso sul serio la propria candidatura ci spera ancora, c’è chi pensa che quello che conta è far numero in Consiglio, l’improvvido dichiaratore addirittura accomuna la questione alla ormai datata scelta di campo tra Bersani e Renzi. Le uniche mi dicono che non stanno facendo drammi sono proprio Minghetti e Bartolich. Le donne sono più intelligenti e più sagge, non c’è che dire. Come senza ombra di dubbio tra le più intelligenti e sagge c’è Elisabetta Patelli che ci rammenta che a parte la scelta della “donna della provvidenza”, a cui giustamente Lei dà la giusta importanza, la discussione non è ancora arrivata ai programmi e quindi si riserva di partecipare a qualsiasi tavolo fino a che non sarà spiegato cosa vuol fare il centrosinistra sui temi della sostenibilità ambientale e dell’urbanistica. I temi di cui si parla in tutto il mondo meno ovviamente che a Como. Come darle torto! Scimmiottando l’”improvvido dichiaratore” almeno Lei non è qui a “pettinare le bambole”.

  5. Nel 2013, quando Bersani lanciò la candidatura di Prodi alla presidenza della repubblica, D’Alema telefonò a Prodi e gli disse che “il problema non sei tu, ma il metodo”. “Il metodo” voleva dire che D’Alema non era stato consultato e non aveva potuto esercitare il proprio potere d’interdizione, grazie anche ad una convergenza di interessi con Renzi. Prodi fu trombato.
    In altre parole, invece di approfittare di un centrodestra spaccato, si mettono in campo egoismi, beghe di campanile, interessi particolari e precisazioni pretestuose.

    NB: Nel 2013 finì con la rielezione del presidente uscente…

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