“Gli americani temono ormai di trovare a Bellagio il proprio vicino di casa dopo aver fatto 10 ore di volo”. Sono parole veramente forti quelle pubblicate dall’edizione di Brescia del Corriere della Sera e pronunciate da Vincenzo Ciceraro, corrispondente della statunitense Discovery Italy Tours. Ma non solo, nell’intervista, Ciceraro si spinge oltre. Praticamente ai confini di un sorpasso del Lago di Garda ai danni del Lario sul fronte turistico.
“Oggi il Lago di Garda rappresenta la più valida alternativa all’inflazionatissimo Lago di Como – ha dichiarato – Tanti stanno fuggendo da Bellagio perché temono, dopo dieci ore di volo, di incontrare letteralmente il proprio vicino di casa. Inoltre apprezzano l’atmosfera cosmopolita del Benaco, il fatto cioè di sedersi a tavola e avere a fianco tedeschi, francesi e olandesi”.
Insomma, da una voce piuttosto autorevole una conferma di ciò che da queste parti ormai da tempo anima dibattiti, confronti e polemiche: il rischio che la sovraesposizione del Lago di Como sia arrivata a un livello di guardia, forse oltre. Cioè al momento in cui – dopo aver attratto milioni di turisti per anni – si potrebbe innescare il desiderio di una vera e propria fuga dal Lario.
Certo, il luogo da cui sono originate queste parole non si può definire propriamente neutro: il luogo era Villa Calini, a Coccaglio, per la quinta edizione del progetto “Meet Brescia Exellence” organizzato da Visit Brescia e a cui hanno partecipato una quarantina fra buyer nordamericani e seller locali. Insomma, ovvio che il Lago di Garda venisse trattato con un occhio di riguardo. Ma l’allarme intanto è lanciato.