Il Monumento sacro – letteralmente – dei comaschi più pulito del solito. Grazie a un migrante. Una micro-storia che nel suo piccolo diventa un simbolo di integrazione, soprattutto se si pensa a quante volte ci si è dovuti occupare di sfregi, vandalismi e imbrattamenti (non raramente italianissimi) sulle pietre del Carso che ricordano i caduti nella Prima Guerra Mondiale.
A raccontarci la vicenda è una affezionata lettrice, Amanda Cooney, che anche stamattina è passata nella zona dei giardini a lago e del Monumento ai Caduti.
“Alle 7.30 mi sono fermata dopo una corsa in bici per fare un po’ di yoga accanto al Monumento ai caduti, in riva al lago – spiega Amanda – C’era un ragazzo africano con un sacco dell’immondizia chinato a raccogliere tutte le bottiglie, la plastica e schifezze generale che la gente lascia in giro”. Un’immagine che è diventata il centro di un piccolo scambio di battute con un operatore ecologico, in servizio proprio nella stessa area.
“Quando si è fermato l’addetto per la pulizia, scherzosamente gli ho detto: ‘Oggi hai un po’ di concorrenza’. E lui mi ha risposto che il ragazzo fa così ogni giorno perché non gli va di stare con le mani in mano a fare niente. In effetti – racconta ancora Amanda – la zona vicina al Monumento era molto più pulita del solito. Davvero un bel vedere: non c’è soltanto il panorama, per fortuna ogni tanto colpisce anche la bellezza umana”.
Dopo qualche battuta ancora con l’operatore (“Abbiamo scambiato qualche parola in più su quante schifezze la gente lascia in giro e lui ha scosso la testa quasi sconsolato sottolineando che c’è una mancanza di educazione generale”), Amanda ha parlato per un attimo anche con il giovane straniero.
“Parla un po’ italiano ma non inglese – racconta – Gli ho detto ‘quello che hai fatto è bellissimo’. Lui ha fatto un grande sorriso e ha detto grazie”.