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Il no a Rebbio Solidale, la nota congiunta: “Dal Comune attacco ai diritti dei minori, noi con don Giusto”

Ha innescato una lunga serie di reazioni il mancato rinnovo da parte del Comune di Como al contratto di collaborazione con Rebbio Solidale, associazione che fa riferimento alla parrocchia di Rebbio di don Giusto Della Valle per la gestione dei minori stranieri non accompagnati (qui gli altri articoli). Oggi, 24 dicembre, è stata diffusa una lunga nota congiunta da parte di ARCI, Como Senza Frontiere, Rete Porto Sicuro. La pubblichiamo integralmente di seguito.

Il Comune di Como ha deciso di non rinnovare l’accordo con la Parrocchia di Rebbio (Rebbio Solidale ODV) per la prima accoglienza dei Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA). L’accordo, in scadenza al 31 dicembre, riguardava un piccolo numero di minori, solo otto. Come sappiamo Rebbio ha accolto, accoglie e si prende cura di un numero ben maggiore di giovanissimi che sarebbero altrimenti abbandonati a sé stessi e alla strada, e il riconoscimento del Comune era un parziale aiuto che ora viene negato. Una decisione che suona paradossale a fronte del sostegno che invece la Parrocchia di Rebbio con don Giusto e i volontari non hanno mai fatto mancare proprio al Comune stesso, in questi anni titolare della presa in carico dei minori stranieri non accompagnati e finanziato per questo dallo Stato, supportandolo proprio nelle emergenze della prima accoglienza.

Negli ultimi mesi, mentre si sono contate a migliaia le morti sulle rotte di mare e di terra verso l’Europa, una serie di interventi legislativi ha peggiorato in Italia le prospettive di accoglienza alle persone migranti e l’esercizio del rispetto dei diritti umani di cui sono portatrici. Anche per i minori le garanzie di protezione sono state fortemente ridotte: per esempio i tempi di permanenza dei minori in strutture provvisorie sono stati protratti fino a 5 mesi e sono state apportate gravi deroghe alle procedure di eventuale accertamento dell’età che alzano il rischio di dichiarare maggiorenni delle persone che non lo sono; per alcuni aspetti sostanziale allineamento della maggiore età ai 16 anni.

Ci sono state recentemente (altre) sentenze della Corte Europea per i Diritti Umani e le Libertà Fondamentali contro l’Italia, le ultime in novembre e dicembre, tutte relative al trattamento rivolto ai minori stranieri non accompagnati e il così detto “decreto Cutro” non potrà che moltiplicare i casi di disumanità da condannare.

E se la recente legislazione rinvia prioritariamente alle Prefetture e quindi al Governo la responsabilità dell’accoglienza ai minori, la stessa legge non esclude quella dei Comuni nei casi di emergenza e/o di mancanza di strutture governative. Dal Comune di Como (l’amministrazione pubblica più vicina al territorio alla comunità della quale tutte/i fanno parte, indipendentemente dai loro documenti) con la scelta del mancato rinnovo è venuto un attacco ai diritti dei minori non accompagnati. Riteniamo questo atto un ulteriore segnale del disinteresse verso le persone migranti di ogni età, ingiustificabile nonostante le norme anticostituzionali e inumane del governo che con il “Decreto Cutro 2” (oltraggioso anche nel nome) contraddicono i principi costituzionali italiani europei e della Dichiarazione universale dei diritti umani.

Nel grave peggioramento delle condizioni di accoglienza, nelle scelte dell’amministrazione locale e nelle modifiche delle procedure e delle responsabilità volute dal legislatore sono coinvolti in primo luogo i più fragili tra i fragili, i minori stranieri non accompagnati, e le reti di assistenza che operano a loro salvaguardia, come succede oggi alla Parrocchia di Rebbio.

Esprimiamo la più decisa opposizione a provvedimenti che riteniamo ingiusti e la nostra solidarietà a don Giusto Della Valle e a chi lotta perché le istituzioni siano dalla parte delle persone e non contro di esse. Come è stato finora, le nostre associazioni, che fanno parte delle reti firmatarie del comunicato, ci saranno sempre con azioni concrete a supporto della dignità e dei diritti delle persone, che vanno oltre la mera accoglienza.
ARCI, Como Senza Frontiere, Rete Porto Sicuro

© RIPRODUZIONE RISERVATA

5 Commenti

  1. como si merita sia la locatelli che rapinese. provengono da un voto. Don Giusto è giusto di nome ed è un prete vero (oggi rari). la colpa di chi è, la risposta è implicita . coraggio don Giusto, vai per la tua strada, sulla Via della Carità.

  2. Povera Como! Prima la Lega di Alessandra Locatelli, ora Alessandro Rapinese!
    Ma la Como vera è quella di don Renzo Beretta, don Renzo Scapolo ed ora di Giusto Della Valle e di tutti coloro che hanno camminato al fianco dei due don Renzo e attualmente li ritroviamo accanto a dog Giusto.

    1. Tanti bei propositi ma quando si tratta di concretizzarli mettendo mano al portafogli allora sorgono i distinguo. E’ facile fare i benefattori con i soldi degli altri. La società vive momenti difficili anche a causa di una immigrazione incontrollata che non ci possiamo più permettere per vari fattori che purtroppo tutti conosciamo.

      1. Eh si appunto sono soldi nazionali che il Comune riceve e da’.( facendo finta di fare lui il benefattore ? )
        Quindi i benefattori nel caso sono io che pago le tasse .
        E dal profondo penso che un minore educato è certo proprio ben meglio per il Paese . O no ?

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