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Il “superdirigente” Ruffo si divide: al lunedì Lavori pubblici e Erba, dal martedì Urbanistica a Como

Continuano le grandi manovre dei dirigenti in Comune a Como. Uno smottamento continuo, che già deve fare i conti con partenze pesanti già avvenute o imminenti (Luca Baccaro, Ambiente, a inizio anno, Giuseppe Ragadali, Servizi Sociali e Gare, pochi giorni fa, Andrea Pozzi, Edilizia pubblica, e Donatello Ghezzo, Polizia Locale, che lascerà sicuramente l’incarico e probabilmente anche il palazzo con destinazione Udine), a fronte di qualche novità, come la recente “promozione” conquistata sul campo da Ciro Di Bartolo per Reti e Strade e l’atteso arrivo di due dirigenti per Servizi Sociali e Lavori pubblici.

Ora una novità riguarda quello che più volte è stato definito il “superdirigente” del Comune, ovvero Giuseppe Ruffo titolare dell’Urbanistica. Comune di Como e Comune di Erba, infatti, hanno raggiunto un accordo per il “distacco” presso il Comune di Erba “per il 20% della prestazione lavorativa, rimettendo all’autonomia del dipendente la distribuzione dell’orario tra i due enti interessati, e comunque preferibilmente nella giornata di lunedì”.

Ruffo, nell’amministrazione di centrodestra brianzola guidata da Veronica Airoldi, si occuperà di lavori pubblici. La retribuzione sarà suddivisa all’80% tra il Comune di Como e il 20% a carico di Erba e per ora è fissata tra il primo settembre prossimo il 28 febbraio 2021, eventualmente prorogabile.

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11 Commenti

  1. Ai dirigenti non servono i nulla osta e causa disorganizzazione i dipendenti stanno facendo concorsi per andare via. Comunque a settembre salutranno il dirigente dell’anagrafe Fazio Giovanni che andrà a Roma

  2. Amleto ha perfettamente ragione. Come è possibile che al Comune di Como nessuno vuole rimanerci? Come è possibile che le Amministrazioni pubbliche cittadine (Comune, Provincia, Ospedale Sant’Anna) non hanno più l’eccellente qualità professionale, che una volta le contraddistingueva, dei propri dirigenti amministrativi?
    Credo che dipenda molto dalla politica e dal rapporto tra classe politica e dirigenza amministrativa.
    Como non produce più politici di livello. Si è passati da Spallino, Gelpi, Forni, Martinelli, Serrentino, Simone e Marte Ferrari a Turba, Zoffilli, Locatelli, Pettignano, Landriscina e Molteni. Ma ci rendiamo conto?!? Ma dove vogliamo andare.
    E ci chiediamo pure perché i dirigenti delle Amministrazioni pubbliche non sono felici di lavorare a Como?

    1. Diciamo che la classe dirigente degli anni 90, soprattutto a Como, era veramente di qualità e ancora oggi i dipendenti più anziani la rimpiangono. Una volta i dirigenti risolvevano i problemi, invece che crearli, ed avevano le palle di non farsi sottomettere dagli Assessori di turno. Inoltre avevano, coi propri dipendenti, ottimi rapporti, basati sul rispetto e la reciproca stima. Oggi i dipendenti sono tutti demotivati, senza prospettive di carriera, con incentivi alla produttività praticamente azzerati. I rapporti con la dirigenza sono freddi e distaccati; si pretende tutto dall’oggi al domani perché manca un’organizzazione di fondo. Si è sempre in ritardo su tutto e così si lavora di fretta e male per recuperare il tempo perso. Questo clima lavorativo, ovviamente, non aiuta nessuno e non porta a nessun buon risultato. Ecco perché chi può fugge in altri “lidi”. Molto semplice.

  3. E come faremo senza ruffo?
    Assumeteli giovani e con un vincolo di 5 anni almeno di permanenza nell’ente dove si è vinto il concorso (se lo ha fatto ovviamente)..
    Troppo facile dare la mobilità però!
    Al ghezzo non hanno dato mobilità ma ha vinto un concorso ad Udine quindi?

    1. Forse non sa che esiste l’obbligo dei 5 anni, giovani o no, il problema è solo 1:
      “ Perché si sta così male a lavorare in comune di Como?!”

      Ma fatevela questa domanda!
      Zero candidature per il posto di dirigente alle opere pubbliche…incarico fiduciario…vorrà pur dire qualcosa se nessuno ha presentato la domanda?

  4. Sicuramente è l’inizio di un distacco poi totale e definitivo. Gli Amministratori del Comune di Como, Sindaco e Giunta in primis, dovrebbero incominciare a chiedersi come mai i Dirigenti se ne vanno o se ne vogliono andar via. Stesso discorso vale per i dipendenti più validi, che cercano di andarsene partecipando (e vincendo) concorsi pubblici Banditi da altri Comuni o Enti Pubblici. se non si provvede subito a tamponare il malcontento generale il Comune di Como presto imploderà

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