Le incursioni dei cinghiali sempre più frequenti nei quartieri della città di Como (in primis Monte Olimpino e Garzola) ma anche in numerose altre zone del territorio – con annessi pericoli per beni, persone e circolazione stradale – hanno spinto direttamente il prefetto, Andrea Polichetti, ad affrontare la situazione.
Il tema, infatti, è inquadrato come un autentico problema di sicurezza pubblica.
Il prefetto, dunque, ha concordato con la Polizia Provinciale un immediato intervento nelle aree interessate per limitare la presenza dei cinghiali in ambito urbano: dall’inizio di febbraio ad oggi, sono è già stata prelevata una ventina di capi, sia attraverso l’abbattimento diretto in ore notturne che tramite l’uso di apposite trappole.
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Inoltre, nell’ambito della riunione tecnica di coordinamento dei responsabili provinciali delle forze di Polizia, tenutasi lo scorso 9 febbraio in Prefettura, il Comandante della Polizia Provinciale ha evidenziato che la causa dell’anomalo incremento dei cinghiali deriva dalla sostanziale e prolungata sospensione dell’attività venatoria a causa della pandemia, cosa che ad esempio ha impedito gli interventi annuali di controllo numerico all’interno del Parco Spina Verde.
Dal punto di vista operativo, quindi, è emersa la decisione di impiegare all’occorrenza operatori volontari in possesso dei necessari requisiti (principalmente rappresentati dalle guardie venatorie provinciali), per un pronto intervento sotto il diretto coordinamento della Polizia Provinciale.
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“Ciò consentirebbe di conferire rinnovato impulso all’azione di prelievo di competenza della citata Forza di Polizia – si legge nella nota della Prefettura – i cui organici, come è noto, si sono drasticamente ridotti negli ultimi anni a seguito del riordino delle funzioni provinciali. Si è convenuto che l’attività di prelievo dei cinghiali nell’ambito della cintura metropolitana debba proseguire sino alla risoluzione del problema; successivamente saranno mantenute attive in loco le trappole per la cattura sistematica degli stessi, grazie anche della recente ripresa dei controlli ad opera del personale del Parco Spina Verde”.