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Chef Colonna su Rai 3: “A Como 20 assunti, con i 5mila euro dello Stato non ci pago manco l’immondizia. La cassa? Non l’ho chiesta, non è credibile”

Una presa di posizione nettissima sul nuovo Dpcm che chiude i ristoranti alle 18, arriva dallo chef stellato di fama internazionale Antonello Colonna che giusto dieci giorni fa ha aperto il suo nuovo locale Openissimo proprio a Como.

Ieri sera, peraltro, lo chef è stato ospite della trasmissione condotta da Bianca Berlinguer su Rai3 “Carta Bianca” dove non ha lesinato parole forti.

“Io ho investito in Provincia, ma siamo senza rotta, il governo non la dà assolutamente. Gli imprenditori devono continuare a lavorare – ha detto – Se lo Stato non ci dà una rotta noi finiamo sugli scogli. Siamo alla legge dei ma e dei se. Bisogna vedere se i fondi annunciati dal governo arriveranno. Secondo me il coprifuoco andrebbe geolocalizzato. L’Italia non è solo Roma, Napoli o Milano. Ci sono anche le trattorie dei piccoli borghi. Il 90% delle imprese a conduzione familiare ha bisogno di lavorare, non di sovvenzioni”.

“I soldi promessi dal governo? Intanto vediamo se arrivano – ha proseguito Colonna – L’Italia non è solo Roma e Milano. Io mi sono sforzato ho assunto 20 persone a Como e nessuno è in cassa integrazione. Perchè io mi devo lavare le mani e dire che i soldi me li dà lo Stato? Ho fatto sacrifici, li faccio ruotare e con la chiusura alle 18 ho spostato tutto sul pranzo che a Como non era previsto. Poi ho visto il Decreto uscito poco fa: a chi fattura 400mila euro lo Stato riconosce una fee di 5mila euro, ma con 5mila euro non ci paghi nemmeno l’immondizia. Queste cose sono ridicole”.

QUI LA TRASMISSIONE INTEGRALE

ComoZero aveva intervistato lo chef Antonello Colonna poco prima. Ecco l’intervista.

Cosa ne pensa dell’ultimo Decreto firmato da Conte è subito detto: “Come la vedo? Io le dico che, comunque, devo continuare a trovare le risorse per andare avanti e non lasciare a casa i miei ragazzi – spiega – l’uscita del Decreto mi ha un po’ tagliato le gambe”.

Certo, dopo 10 giorni di apertura è un bel colpo.

“A Como stavamo lavorando molto bene con i cittadini e soprattutto coi ragazzi – aggiunge – io sono un fautore del turismo locale, infatti con Openissimo abbiamo avuto subito successo. Così, due giorni prima che venisse emanato il Dpcm, avevo dato ordine di aprire anche a pranzo e alla domenica: pensi un po’…”.

Lungimirante o paragnosta che fosse, ad ogni modo quella dello chef si è rivelata una decisione in linea con la situazione attuale. Che, secondo lo chef stellato, penalizzerebbe soprattutto i piccoli centri che costellano il nostro Paese.

“I miei ragazzi sono un po’ preoccupati – continua – a Como ho circa 20 dipendenti, ma ho detto loro di stare tranquilli perché resistiamo, andiamo avanti e vedremo cosa succederà. Ora penso alle piccole realtà, l’Italia è fatta al 90% da attività a conduzione familiare in luoghi dove non sanno nemmeno cosa sia la movida. Che senso ha chiuderle? Bisognerebbe invece tutelarle, in questo momento”.

E poi l’affondo sul Governo: “In generale, la chiusura alle 18 non ha senso per nessun ristorante – afferma – a questo punto, tanto valeva farci chiudere alle 15. Quella del Governo sembra quasi una manovra per lavarsene le mani. Ora lancio una provocazione, visto che possiamo stare aperti dalle 5 alle 18. Da domani, ripropongo i rave party dalle 5 del mattino a mezzogiorno: musica, cibo, drink, tutto ciò che è autorizzato, così poi dovranno fare un altro Decreto”.

Una provocazione o una sfida concreta all’ultimo Dpcm, quella dello chef stellato? Vista la tenacia con cui è stata lanciata, staremo a vedere.

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5 Commenti

  1. Se non danno i soldi, “perchè non li danno?”
    Se prevedono la cassa integrazione, “non è credibile”.
    Se stanziano 5 mila euro, “sono noccioline”.

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