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Mantero: “I miei giardini e una cena, così è nato Orticolario”. Sul lungolago di Como: “Un muro verso il lago, che errore”

Con l’ennesimo grande successo di pubblico, si è chiusa domenica scorsa l’edizione 2023 di Orticolario. Di seguito, proponiamo l’intervista al presidente Moritz Mantero realizzata alla vigilia dell’evento e apparsa su ComoZero settimanale uscito il 29 settembre e in distribuzione fino a giovedì prossimo.

Giunto alla tredicesima edizione (conclusa domenica 1° ottobre, ndr), Orticolario è la creatura luminosa, e ormai grande, di un imprenditore tessile comasco che ha fatto della bellezza la sua ragione di vita, Moritz Mantero.

Lei ha una storia imprenditoriale legata al mondo della seta quindi il tema della bellezza è nel suo DNA. Ma da dove nasce la passione per la botanica?
Sono cresciuto a contatto con la natura perché, quando sono nato, la mia famiglia era sfollata a Civiglio che allora era in mezzo alla natura molto più di adesso. E mi piace pensare che sia stata una sorta di contaminazione.

E una volta tornati a Como?
Avevamo un giardino dove al mattino tagliavo le rose da portare a mia mamma. Poi per qualche anno ho abitato con la mia famiglia in un appartamento ma, appena ho potuto, ci siamo trasferiti di nuovo in una casa con il giardino.

Poi, nel 2009, ha dato vita a Orticolario. Come è nata questa idea?
Per prima cosa dal fatto di avere di nuovo un giardino di cui occuparmi, motivo che mi ha portato a girare l’Europa alla ricerca di piante e novità. Da lì ho iniziato a pensare che mi sarebbe piaciuto fare qualcosa che riunisse gli aspetti migliori delle varie manifestazioni che visitavo.

E poi?
La seconda spinta è stata una serata a casa di amici durante la quale parlavamo di appuntamenti di beneficenza a cui avremmo partecipato che però si rivolgevano a un bacino di persone molto ridotto, viste le dimensioni di Como. Così ho pensato che sarebbe stato bello organizzare qualcosa in grado di coinvolgere molte più persone, per aiutare più realtà del territorio.

Così è nato Orticolario, un equilibrio perfetto tra natura e voglia di fare del bene.
Sì, siamo un’impresa sociale e contribuiamo a sostenere l’attività di cinque associazioni del nostro territorio che aiutano persone meno fortunate. E siamo anche un appuntamento internazionale dedicato al paesaggio, al giardino e alla cultura.

Come è cambiato Orticolario in questi anni?
Siamo partiti con 140 espositori e 14mila visitatori e l’anno scorso abbiamo raggiunto i 270 espositori e le 23mila presenze. Ma siamo rimasti fedeli all’idea voluta dal nostro mentore Alfredo Ratti di fare un evento autunnale, perché l’autunno è la stagione durante la quale gli appassionati progettano il giardino che sboccerà in primavera. E abbiamo sempre cercato di tenere fede anche alle parole chiave di bellezza ed eleganza fin nei minimi dettagli, una qualità che ci viene riconosciuta da tutti i nostri espositori. Fin dalla prima edizione, però, Orticolario è stata un vero e proprio evento culturale e un invito a riflettere su temi importanti come quello di quest’anno, l’acqua, con ospiti come Antonio Marras ma anche progetti come Tecnogoccia di Tiziano Pedrazzoli o il progetto WWW World War Water di Mirco Colzani. A Como siamo fortunati perché viviamo marginalmente il problema della scarsità di riserve idriche. Però questo è un tema importante sul quale riflettere anche quando si progetta un giardino e per farlo abbiamo dato ampio spazio alla realtà virtuale e alla tecnologia, oltre che alla natura con piante compatibili con la necessità di salvaguardare il patrimonio idrico.

Il tema del rapporto con acqua per il nostro territorio è quanto mai attuale ma affatto scontato, basti pensare all’idea che ha ispirato il nuovo lungolago affacciato sull’acqua con la quale, però, non ha un vero dialogo. Secondo lei, Como dovrebbe imparare a immaginare un paesaggio maggiormente in dialogo con il suo lago, e come?
Quella del lungolago è un’occasione persa e un errore anche dal punto di vista turistico perché l’acqua piace alle persone, le attira. Se invece di creare un muro fossero state create delle scalinate digradanti verso l’acqua, il rapporto sarebbe stato immediato. L’hanno pensato per il lungolago di Lecco e noi mettiamo parapetti che addirittura Venezia non ne ha. Invece a Como nonc’è un accesso all’acqua, non c’è visione. Ma ricordiamoci che questa “inondazione” di turisti come è arrivata se ne può andare da un momento all’altro.

 

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3 Commenti

  1. Egregio. Sig.Mantero
    Non sono una radical chic ma tutti gli anni vengo a Orticolario anche con la pioggia.non so se la bellezza salverà il mondo ma spero di sì. Quindi grazie.TS

  2. A 20 euro di ingresso é la fiera dei radicali chic di Como e dintorni.. il giardino e le piante nascono dalla terra con sacrificio e amore.. le manifestazioni con i soldi rimangono uno sport per le élite ..
    Divertitevi pure ma non chiamatelo evento per la gente.

  3. Ma quale muro! Avrebbero fatto il bagno pure li come al Tempio Voltiano!
    Comunque ringrazi la regione non il sindaco!
    clamoroso autogo! !!!
    Como zero meno meno

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