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All’Istituto di Como-Albate la dirigente protegge tutti: “Visiere (gratis) al personale e per tutelare ragazzi e famiglie”

A poche ore dalla consegna al Governo del documento con le misure per il rientro in aula a settembre, redatto dal comitato tecnico-scientifico, c’è già chi si porta avanti per rendere più sicura possibile la ripresa della scuola a settembre. È il caso dell’Istituto Comprensivo Como Albate la cui dirigente Lucia Chiara Vitale è già pronta per “armare” tutto il suo personale di visiere paraschizzi.

“E’ da un po’ che sto cercando di fare acquisti sia perché non volevo trovarmi in difficoltà all’ultimo minuto, sia perché ho l’esigenza di riaprire la scuola già in questi giorni per restituire ai ragazzi il materiale lasciato in classe a febbraio e farci riconsegnare i computer dati in prestito alle famiglie e non voglio esporre nessuno a rischi inutili”, spiega la dirigente.

E, visto che le prime indicazioni parlano di mascherina obbligatoria in classe, tanto vale guardare già al futuro: “Se dovessimo fornire ogni giorno una mascherina chirurgica a tutti i dipendenti parleremmo di una spesa di 10/11 mila euro ogni sei mesi, una cifra non sostenibile – spiega – per questo stiamo valutando con il medico competente la possibilità di utilizzare una visiera paraschizzi con in aggiunta, se servirà, mascherine lavabili”.

Ma dove trovarle senza saccheggiare le già scarse finanze della scuola?

“I prezzi di queste visiere sono esorbitanti ma una conoscente, Alessandra Busti, che le produce con una stampante 3D si è offerta di regalarcene 30 per questi ultimi giorni di lavoro a scuola – racconta – inoltre mi ha messo in contatto con una ditta di Valbrona, la Tacchini, che per settembre ci fornirà generosamente un altro centinaio di visiere a prezzo di costo che distribuiremo a tutti i dipendenti. E con un contributo di pochi euro da parte delle famiglie, potrà fornirle anche per i ragazzi, in modo da essere protetti al 100% quando sono senza mascherina, ad esempio durante le interrogazioni, o nei momenti in cui il distanziamento non è possibile, come l’entrata o l’uscita da scuola”.

“E per un dirigente scolastico questa è una preoccupazione che si aggiunge a quelle croniche che riguardano gli edifici, che sono in condizioni pessime – aggiunge – Finora il virus l’abbiamo evitato rimanendo a casa, ora lo dobbiamo sfidarlo evitando nel contempo che ci cada un calcinaccio in testa. Forse più che lo schermo paraschizzi, ai ragazzi bisognerebbe fornire un caschetto”, conclude con una battuta dal retrogusto amaro.

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