Riceviamo e pubblichiamo la mail (firmata) di un lettore che racconta la disavventura della figlia e di un’amica rimaste per ore bloccate a Faggeto Lario, dopo una giornata al lido, a causa dei bus saturi di turisti. Solo due giorni fa raccontavamo un’altra storia legata all’overtourism: Funicolare Como-Brunate, rabbia della residente: “In coda con i turisti per l’abbonamento. Devo lavorare, non fare foto allo spritz”. [Per contributi, segnalazioni, reazioni e opinioni: redazionecomozero@gmail.com, il numero Whatsapp 348.6707422 o la pagina dei contatti]
Ecco quanto ci scrive:
Spettabile Redazione,
dopo aver letto lo sfogo della signora di Como, costretta a fare quasi un’ora di coda insieme a decine di turisti e senza la possibilità di un abbonamento online o di uno sportello dedicato ai residenti, ho pensato di raccontarvi una mia recente “disavventura”, che a mio avviso evidenzia ancora una volta l’urgenza di tutelare chi lavora e vive in città e in provincia.
La scorsa settimana, in un normalissimo pomeriggio infrasettimanale, mia figlia è andata con un’amica al lido di Faggeto per passare qualche ora al lago. Verso le 17, le ragazze hanno deciso di rientrare a casa e si sono dirette alla fermata dell’autobus, già preparate all’idea di dover “sgomitare” un po’ con i turisti di ritorno da Bellagio.
Nulla di strano, succedeva anche a noi da ragazzi. Peccato che, nel giro di tre ore, siano passati ben tre autobus talmente pieni da non potersi nemmeno fermare, con gli autisti si sono limitati a fare un segno di diniego con il dito alle due ragazze che si sbracciavano speranzose.
Il risultato? Alle 20, finito di lavorare, ho preso la macchina e sono andato a recuperarle personalmente alla fermata dando anche un passaggio a una signora inglese con tanto di trolley che, dopo essere stata lasciata a piedi da più di un battello, sperava ingenuamente di riuscire almeno a salire su un autobus.
“Abbiamo passato più tempo alla fermata che al lido. Peccato, non torneremo mai più sul lago”, mi hanno detto mia figlia e la sua amica e davanti a quella frase mi sono sentito derubato. L’idea che i miei figli non possano godersi il luogo in cui vivono, come facevamo noi alla loro età, è inaccettabile. Che chi abita e paga le tasse qui debba continuamente cedere il passo alle orde di turisti, come se fossimo noi a essere fuori posto, è frustrante.
Ben venga il turismo, sia chiaro. Ma il problema dei trasporti non è nuovo e, a quanto pare, non si fa nulla per risolverlo. Pensiamo davvero di poter continuare così? Che dobbiamo arrenderci all’idea che la nostra casa non sia più vivibile? E se quel giorno alla fermata ci fosse stato qualcuno con la reale necessità di prendere l’autobus per lavoro?
Domani le ragazze andranno in piscina ad Appiano Gentile, “dove non c’è nessuno e l’ingresso costa il giusto”. Addio lago.
A me, però, resta addosso una sensazione amarissima: che i nostri politici, a tutti i livelli, abbiano abdicato al loro ruolo di amministratori del territorio, eletti dai cittadini, per trasformarsi in gestori di un gigantesco parco divertimenti per turisti. Finché anche i turisti, magari, si stuferanno di aspettare tre ore un autobus o un battello e cercheranno altrove un nuovo sfondo per i selfie.