Il sì incondizionato del Como 1907 alla lunghissima trasferta in Australia dei lariani per la partita con il Milan non ha convinto tutti i tifosi comaschi. Anzi, tutt’altro. Questa mattina, martedì 14 ottobre, dalla pagina ufficiale Curva Como 1907 è arrivata una secca presa di posizione contro la partita spostata all’altro capo del mondo e un no durissimo all’invito rivolto dal club a 50 sostenitori per andare a Perth (qui i dettagli).
“Carissimi presidente e Società – è l’incipit – ora conosciamo la vostra posizione riguardo alla partita Milan-Como che si giocherà a Perth. Parole eleganti, grandi discorsi sul ‘bene comune’, sulla ‘crescita’ e sul ‘sacrificio necessario’. Bene, allora parliamone”.
Dopo una serie di ringraziamenti in premessa(“Per l’ambizione”, “per la voglia di far crescere il nome della nostra città”, “Siamo i primi a essere orgogliosi quando la nostra maglia arriva lontano”), ecco che arriva il “piccolo dettaglio che vi è sfuggito” rimarcato dai tifosi biancoblu.
“Il Como – si legge – senza la sua gente non è il Como. Parlate di sacrificio come se fosse un concetto astratto, una parola da mettere in un comunicato. Per noi, invece, il sacrificio è vita quotidiana. E’ chi lavora tutta la settimana e la domenica si fa centinaia di km per esserci, è chi si paga tutto di tasca propria, senza chiedere niente a nessuno. E’ chi c’era in Serie D, nei campi che nemmeno il navigatore trovava, e si sarà sempre, ovunque giochi questa maglia”.
“Allora no – prosegue il comunicato della Curva Como 1907 – non venite a spiegarci cosa vuol dire ‘sacrificio per il bene comune’. Perché il bene del Como lo teniamo in piedi noi, ogni volta che entriamo in curva, che alziamo una sciarpa, che cantiamo anche quando perdiamo. E non ci sembra molto rispettoso sentirci dire che dovremmo ‘sacrificarci ancora’ per una partita a 14mila km da casa”.
E ancora: “Forse qualcuno si è dimenticato che il calcio nasce dalla gente, non dalle strategie di marketing. Che senza tifosi, senza passione vera, non c’è crescita, non c’è futuro, non c’è nemmeno una ‘Lega’ da salvare. La nostra fede non viaggia in business class. Resta qui, sugli spalti, tra la pioggia e il freddo, tra cori e bandiere. Resta a Como, dove batte davvero il cuore di questa squadra”.
Poi ecco il passaggio finale: “Con rispetto, ma con fermezza, lo diciamo chiaro: non accettiamo lezioni di sacrificio da chi non ha mai vissuto il nostro”.
Infine, riferendosi direttamente all’invito fatto dalla società a 50 tifosi per seguire la partita in Australia, ecco un invito piuttosto categorico: “Dimostrate un po’ di orgoglio, rispetto e dignità. Non accettate questo ‘invito’. Una passione non può essere comprata, non ha prezzo vedere la tua curva cantare e spingere la squadra verso la vittoria. Esortiamo chiunque a non essere complici di questa pagliacciata. Non siate dei burattini”.