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“Lago di Como, anche un’ora e mezza per 25 chilometri. Capisco il turismo come risorsa ma per me è un incubo”

Nuova presa di posizione sul tema della Lariana la trafficatissima strada che unisce Como e Bellagio e che sconta (come la gemella Regina) il peso del traffico turistico. In questo senso riceviamo e pubblichiamo la testimonianza di una residente. [Per contributi, segnalazioni, reazioni e opinioni: redazionecomozero@gmail.com, il numero Whatsapp 348.6707422 o la pagina dei contatti].

Ecco quanto ci scrive:

Spett.le Redazione,

la mia vuole essere uno sfogo denuncia di una cittadina che, per lavoro, è costretta a percorrere quotidianamente la Sp. 583 che collega Como a Bellagio. Per percorrere 25 km, negli ultimi giorni, al rientro a casa impiego mediamente 1 ora e 15 minuti con punte anche di 1 ora e 30 come ad esempio oggi.

Comprendo che il turismo sia fonte di sostentamento per i paesi rivieraschi ma diventa un incubo per chi, come me, deve servirsi della strada per motivi di lavoro e che non può fare conto sui mezzi pubblici perché il rischio è di rimanere a terra per l’afflusso importante di turisti. Ci sono punti critici, con strettoie, che ostacolano il normale flusso e mi domando se, veramente non si possa trovare una soluzione. Magari con dei semafori correttamente temporizzati o magari (nell’era della IA) “intelligenti”.

I bordi strada sono praticamente avviluppati dalla vegetazione che, riduce ulteriormente la già angusta carreggiata. Il manto stradale è in condizioni pietose e le sospensioni delle auto non vengono riparate gratuitamente.
Per non parlare di alcuni punti in cui sono presenti jersey (da tempo immemorabile) per condizioni di precarietà della strada a cui nessuna manutenzione si è susseguita.

Auto che estate/inverno, parcheggiano a cavallo della banchina e che sono ben visibili dalle forze dell’ordine che percorrono quotidianamente la strada. L’impressione che ne deriva è di assoluto abbandono del cittadino e della cura del territorio da parte di chi amministra e la sensazione sempre più incalzante di precarietà delle infrastrutture.
Cordiali saluti.

Rossana Boleso

Qui un racconto recente:

“Il Lago di Como negato ai giovani, i bus impossibili. Sul serio casa nostra non è più vivibile?”

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