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L’assessore Anselmi: “Personale attratto dal privato. Imbarazzante la logistica degli uffici in Comune”

Obiettivo: frenare l’esodo del personale da Palazzo Cernezzi. E, possibilmente, rimpinguare gli uffici più sguarniti. Questi gli obiettivi del mandato dell’assessore al Personale del Comune di Como, Nicoletta Anselmi. La quale, nel fare il punto della situazione, è partita da 10 anni fa.

“Nel periodo dal 2012 al 2017 ci sono state fortissime limitazioni alle assunzioni negli enti, era impedito persino il turnover – ha sottolineato l’assessore – Si è passati da una situazione forse anche ridondante del Comune di Como, ricordo fino a 70 dirigenti, a una struttura che a poco a poco si è molto assottigliata. Solo negli ultimi 2-3 anni, al netto del Covid che ha posto ulteriori problemi, si è potuto riprendere ad assumere”.

La vera concorrenza, però, è il privato.

“In questo momento i Comuni sono poco appettibili – ha confermato Anselmi – E non parlo solo di quello di Como: per le figure tecniche il mercato esterno offre molto di più. Nel 2022 sono stati fatti concorsi per neolaureati con cui però non siamo riusciti nemmeno a coprire le richieste degli uffici (Anselmi fino a pochi mesi fa era dirigente al Personale al Comune di Cantù, ndr). Cercheremo di disincentivare questa migrazione verso l’esterno anche se c’è una norma che non rende più obbligatorio il parere degli enti sopra i 100 dipendenti per il trasferimento a un altro ente di un dipendente: tu magari l’hai formato e lui in un attimo se ne va”.

“Ora – ha proseguito l’assessore – stiamo procedendo a una ricognizione negli uffici per chiedere le esigenze del personale, intersecandole con le possibilità economiche e i limiti di bilancio. I settori sono un po’ tutti in sofferenza, stiamo cercando di capire come procedere”.

Infine, una piccola stoccata all’organizzazione pratica degli uffici trovata a Palazzo Cernezzi: “Stiamo anche procedendo a una ristrutturazione logistica perché era leggeramente imbarazzante. Prima dovevi girare quattro ali dell’edificio per trovare persone che lavorano negli stessi uffici”.

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7 Commenti

  1. ma la Anselmi ha fatto tutta la vita lavorativa come dirigente comunale e sindacalista, si sveglia adesso?

  2. Se tutti chiedono la mobilità ci sarà un perché, e senz’altro non la diranno all’assessore.

  3. Quale sarebbe la novità? La produttività da aprile è arrivata ad ottobre, straordinari pagati dopo 4 mesi, smart working inesistente (clientelismo verso alcuni sotto gli occhi di tutti), clientelismo da parte dei dirigenti, un orario imbarazzante, amministrazione poco trasparente (belle le progressioni anonime). Non solo il privato è migliore, ma anche qualsiasi altro comune 😂

    1. E vogliamo parlare delle varie procedure per individuare le Posizioni Organizzative? E del fatto che ai bandi di Concorso non c’è quasi mai in Commissione qualche dipendente del Settore Personale mentre vengono nominati dipendenti degli altri Settori, che per quanto possano essere validi non hanno nessuna competenza in materia?

  4. L’abolizione del nulla osta in caso di “migrazione” vale solo quando un dipendente vuole andarsene in un altro Ente Pubblico, che spesso è un altro Comune, non quando un dipendente materialmente si licenzia per andare a lavorare nel Privato. Ciò che imbarazza veramente, cara Sig.ra Anselmi, è che in Comune di Como la programmazione non esiste e si deve spesso correre per fare oggi quello che andava fatto ieri, che i premi di produttività annuali elargiti (con sempre più ritardo) ai dipendenti sono
    disincentivanti, vista l’entità, che la maggior parte dei Dirigenti è stata posta a dirigere Settori che nulla hanno a che fare con la loro formazione professionale, che la dotazione hardware e software di tutti gli Uffici è vetusta ed inadeguata, che ci sono tantissimi Uffici ancora senza aria condizionata (d’estate si raggiungono tranquillamente i 35 gradi), che l’orario lavorativo non è certamente “attrattivo” rispetto a quello adottato dalla maggior parte degli Enti Pubblici, e così via. Quindi non c’è da meravigliarsi che chi lavora sodo se ne voglia andare in posti migliori e che si faccia molta fatica a far arrivare qualcuno da altri Comuni.

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