Che ComoZero, nel suo piccolo, sia un giornale un po’ diverso dagli altri, è probabilmente abbastanza evidente a chi ci segue. Oggi, una piccola ma preziosa testimonianza in più da un nostro lettore, Max Molteni. Il quale – nel gran frastuono attuale del dibattito sui senzatetto a Como – ha deciso di affrontare il tema in un modo decisamente diverso dal consueto: con una poesia scritta di proprio pugno.
Pochi versi, delicati e – in fondo – malinconici nel finale. Dove tanti sogni si mischiano ma nella sostanza nulla cambia, per gli ultimi.
Pubblichiamo volentieri integralmente il testo di Max Molteni.
Il senza tetto
la notte si era presa la sua vita
ma lui sembrava non averla capita
teneva in pugno ancora quel bastone
come se di lui fosse il testimone
di un’esistenza vera e stralunata
dipinta su una tela malandata
di un quadro senza cornice alcuna
dove spiccava gialla una gran luna
di tempera brillante anche due stelle
su quella tela che pareva pelle
ma poi si risveglio attonito e stanco
sotto un cartone rotto e tutto bianco
capii allora di aver sognato
e che intorno a lui nulla era cambiato…Max Molteni
5 Commenti
Bellissima
Chissà cosa sogna questa povera gente ……
Sonetto stilisticamente pregevole che invita a riflettere su temi di grande umanità: solo chi non ha perduto la sua umanità può comprenderne l’umano significato
Licenza poetica sull’apostrofo mancante [un’esistenza], ma va bene… 😉
Prendo la licenza di aggiungerlo 🙂