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“Trenord Como-Milano: un venerdì tra disagi, silenzi e lacrime. Finito in macchina” La lettera di Jan

Molte volte – moltissime, è un tratto distintivo di questa testata che fa della vicinanza ai lettori un punto qualificante – abbiamo dato conto di segnalazioni, lettere e messaggi relativi ai problemi del trasporto pubblico. Quella che offriamo integralmente di seguito, però, è ammirevole per due aspetti: la civiltà assoluta con cui è espressa la protesta relativa a una giornata da incubo legata al servizio ferroviario di Trenord; e poi l’estremo dettaglio rispetto all’esperienza vissuta in prima persona. Ricordiamo che per segnalazioni, foto e video è sempre possibile scriverci alla mail redazionecomozero@gmail.com o tramite il whatsapp di redazione 335.83.66.795.
Di seguito, il racconto di Jan Fontana.

Buongiorno
sono un lettore di ComoZero, ho notato come nel corso dell’estate abbiate narrato le esperienze dei comaschi riguardanti le loro disavventure su corriere e battelli. Il servizio ferroviario è stato per lo più risparmiato, forse perché non vi era nulla di nuovo o di eccezionale da raccontare: i ritardi avvengono regolarmente, ma sono accettabili, qualche volta una corsa è soppressa, ma in un’ora o mezz’ora vi è la successiva, le carrozze sono decenti, a sfortuna ci si trova a volte in quella particolarmente sporca o calda, e gli scioperi del venerdì giorno sono consuetudine per noi pendolari, cosicché non ci lasciamo più sorprendere. In poche parole, un servizio decente, né di lusso, né troppo fatiscente.

Eppure, a volte vi sono delle giornate che assolutamente non devono diventare la norma per disservizio servito, e quella di ieri, venerdì 15 settembre 2023, ne è un esempio, raccontata attraverso le mie personali esperienze da studente pendolare. Non so se questo può essere materiale d’articolo oppure no. Stupidamente mi sono dimenticato di provare le mie esperienze con foto nel momento giusto. Resto a vostra disposizione per eventuali chiarimenti.

Comincio subito chiarendo un dubbio: nonostante il giorno, questo venerdì non vi era annunciato uno sciopero, il trasporto funzionava normalmente. E difatti sono arrivato a Como Camerlata intorno alle 8.20 con un ormai accettabile ritardo di 15 minuti, ai quali se ne sono aggiunti altri per attendere il treno da Como Borghi delle 8.26. A destinazione il treno accumulò più di 20 minuti di ritardo, ma avvenimenti di questo genere ormai non influiscono troppo nella giornata di noi pendolari.

Giunto in facoltà, verso le 9.30 mi arrivano i messaggi di un mio compagno di corso, anch’egli pendolare di Trenord, tratta Cadorna-Lago: è bloccato alla stazione di Rovellasca, pare ci sia un guasto. Farà ritardo, capita. Invece oggi sembra più grave: è passata un’ora e nulla si è mosso. Ecco, annunciano pullman sostitutivi per Saronno, lui torna a casa. Apro l’applicazione di Trenord, effettivamente tutte le corse della seconda mattinata da e per Milano sono cancellate, senza fornire ulteriori spiegazioni. Sempre dall’applicazione si vede come dalla corsa delle 13.16 la circolazione dovrebbe riprendere. Continuo le mie attività.

Alle 13 mi contattano degli amici più giovani, fanno ancora le scuole superiori, iniziano ad uscire. All’ultimo minuto Trenord (in stazione e sull’app) estende le cancellazioni fino a tutta l’ora delle 15. Cosa fare, dove andare? Ci sono le corriere. Sì, ma quali? Questo va a Guanzate, l’altro a Bregnano, sono più vicini a casa, magari ti passano a prendere (tutta esperienza). Nel frattempo, delle persone passate dalla stazione di Como Lago comunicano che lì il personale Trenord è molto scettico sulla possibilità di riprendere il servizio nel corso della giornata, altro che 16.16! Attendo, ormai ho organizzato la giornata per finire tardi, qualcosa avverrà. E infatti Trenord pare premiarmi, apro l’app alle 17 inoltrate ed ecco, sì che dalle 16.46 le corse avvengono. Avranno risolto il guasto, pensavo. Incoscientemente non faccio un controllo più approfondito, mi fido: ho altro per la testa a cui pensare.

Alle 18.30 finisce la mia giornata universitaria, vado alla stazione di Como Borghi. Il mio treno delle 18.51 per Milano Cadorna è annunciato sullo schermo, passerà. Vedo in stazione che qualche corsa è soppressa, è stata comunque una giornata particolare, ma quelle per Milano dovrebbero esserci. Guardo meglio il display, c’è un avviso di interruzione a Fino Mornasco, ora lo comunicano anche dagli altoparlanti, passerà un autobus sostitutivo. L’app non ha comunicato niente, possibile che gli avvisi in stazione non siano stati aggiornati?

Attaccato a questa speranza apro l’applicazione e controllo il viaggio delle corse precedenti, si può fare, e vedo che sì, quelle che sono partite (segnate nell’app con “arrivato”) effettivamente sono state interrotte a Fino Mornasco. Ma noto anche che diverse corse (segnate con “in orario”) paiono non essere mai partite da Como Lago. Strano. Nel frattempo sono le 19.00, il treno delle 18.51 sul tabellone è dato senza ritardo, anche se sono passati 10 minuti, anche questo è strano: i ritardi li segnano sempre. Poco dopo la schermata cambia, annunciano il 19.10 per Como Lago, già soppresso in precedenza. Per Milano ora vi è soltanto quello delle 19.21: il mio treno delle 18.51 non è stato soppresso, non ha fatto 30 minuti di ritardo per essere unito alla corsa successiva, è semplicemente scomparso nel nulla. Guardo l’app: 18.51 “in orario” alle 19.15. La mia giornata si conclude con uno “strappo” da parte di un parente vicino a Como. Altri pendolari sono meno fortunati, li ho visti in stazione, attaccati al telefono a cercare una macchina e un guidatore, si mettono d’accordo tra di loro, i più sfortunati imprecano, una fanciulla piange al telefono e si dispera, “l’hanno soppresso, l’hanno soppresso, non puoi fare niente per aiutarmi?”. A Como Borghi non c’è personale di stazione, ognuno deve sopravvivere coi propri mezzi.

La mia irritazione, ci tengo a precisare non è dovuta al guasto in mattinata. So che ci sono viaggiatori irragionevoli che non accettano l’imprevisto: probabilmente qualcuno fuori di sé dalla rabbia per la chiusura degli aeroporti ci sarà stato anche a New York l’11 settembre mentre sullo sfondo collassavano le torri gemelle.

Io invece capisco l’incidente, anzi, ringrazio anche la buona sorte che non sia avvenuto nulla di più grave: niente vittime, niente feriti è sempre la notizia migliore. Ma trovo inaccettabile il modo in cui i viaggiatori sono stati ignorati e abbandonati da Trenord. Pubblicizzano la loro applicazione per telefonia mobile sulla quale puoi salvare le tue stazioni preferite e saperne le notizie in tempo reale. Ed effettivamente mi giungono le notifiche riguardo a 10-15 minuti di ritardo per “attesa dell’altro treno”, “intervento forze dell’ordine” o “passeggeri sprovvisti di biglietto”. Non voglio dire che questi messaggi siano inutili, ma simili avvenimenti avvengono con una frequenza anche maggiore di quella riferita dall’app. Invece ogni volta che avvengono disagi maggiori (grossi ritardi, disturbi sulla linea riguardanti più treni), che, personalmente, ritengo possano interessare di più i pendolari, Trenord sparisce. Non una comunicazione, non un avviso. Quando proprio sono di animo gentile ad emergenza rientrata ti avvisano, magari dopo che tu stesso inconsapevolmente ci sei passato attraverso, quando un avviso più rapido ti avrebbe potuto aiutare ad aggirare il disagio.

Ieri, le mie poche informazioni le ho avute da altri viaggiatori, non so di preciso se il guasto sia stato agli impianti o al singolo treno, e in tal caso perché la circolazione non è potuta avvenire, perché chi aveva le informazioni migliori (la società ferroviaria) se le è tenute per sé. E oggi non vi era uno sciopero del personale (dove l’obbiettivo è creare disagio) oppure un evento su scala regionale, come certi temporali estivi (dove ci sta che abbiano troppa roba sul tavolo). No, si è trattato di un disagio locale, riguardante una sola linea. Com’è possibile che ai pendolari di quella linea non venga detto niente?

Ma la cosa più grave sono state le prese in giro pomeridiane.
-Perché Trenord annuncia la circolazione ripresa alle 16.00 quando i treni si fermano a Fino e Saronno (a seconda di dove si parta)?
-Perché Trenord classifica corse come avvenute (“in orario”) quando quel treno probabilmente neppure era a Lago per partire in orario?
-Perché l’app non ci ha avvisato degli autobus sostitutivi?
-Perché in stazione non segnavano i ritardi di treni poi effettivamente mai passati?
-Perché sull’app selezionando come destinazione una stazione tra Fino Mornasco e Saronno dalle 16 apparivano corse “arrivate” o “in orario” [in orario vorrebbe dire treno in arrivo, secondo la tabella di marcia, in questo caso avrebbero dovuto avere fino a 2 ore o più di ritardo] quando nessun treno avrebbe portato passeggeri oltre Fino Mornasco o Saronno?

Questo è quello che per me non va bene. Il guasto, l’incidente, la rottura, nel corso dell’anno possono accadere. Quello che non può succedere è che a 10 ore dall’inizio del disagio ancora non si abbiano notizie precise. In qualsiasi momento dal disagio, non si può mentire ai propri clienti, i viaggiatori. Una corsa che si interrompe a Fino Mornasco è, appunto, “interrotta” non “arrivata a destinazione”. Un treno mai partito dal capolinea non è “in orario” ma “soppresso” o “cancellato”. Se in stazione il treno non arriva al momento giusto si inizia a segnare il ritardo, finché o arriva la comunicazione di “treno soppresso” oppure il ritardo è tale da trasformarsi nella corsa successiva. Tutto ciò avveniva nel modo corretto fino al giorno 14 settembre 2023. Perché nulla di tutti ciò sia stato fatto venerdì 15 settembre è a me sconosciuto. Non vorrei che Trenord voglia provare a nascondere i propri disservizi come si fa in certe dittature, segnando in perfetto orario treni mai partiti o in assoluto ritardo. E una comunicazione più efficiente ed efficace ai pendolari e ai viaggiatori sarebbe gradita, soprattutto data la riduzione del personale Trenord nelle stazioni, di cui molte ormai sono prive.

A disposizione della redazione
Jan Fontana

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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3 Commenti

  1. Ricordo che la presidenza di Trenord, non gratuita, è politica. Motivo per cui la parola SCUSE non è contemplata.

  2. Posto che la pacatezza dell’esposizione fa onore allo sventurato Jan, non sono affatto d’accordo sull’«ormai accettabile ritardo di 15 minuti», né sono d’accordo con la constatazione: «il guasto, l’incidente, la rottura, nel corso dell’anno possono accadere»; perché per essere accettabili, il ritardo e il guasto devono essere eccezionali, non la norma, come invece, purtroppo, è. Perché devo pagare il biglietto intero per un treno che arriva a Cadorna con buona regolarità (!) alle 8.15 mentre dovrebbe arrivare alle 8.00? Perché il treno delle 7.10 da Como Borghi è soppresso un giorno sì e l’altro anche? Perché una volta si rompe un treno, un’altra un passaggio a livello, un’altra ancora si guasta la linea ecc. ecc.? Ho iniziato a usare Ferrovienord negli oramai lontani anni ottanta (per fortuna mia con una discesa pausa da allora a oggi): allora ci voleva un’ora per coprire la tratta Borghi-Cadorna, ora ci vuole, mediamente, di più. E la mancata comunicazione si cui giustamente ci si lamenta non è altro che la logica conseguenza di una globale incapacità di erogare un servizio minimamente dignitoso ai cittadini. No, caro Jan, nulla di tutto ciò è accettabile. Non in un Paese che vuole essere civile, non in una regione che alcuni millantano essere una delle più avanzate d’Europa.

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