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Lingotti, pietre preziose e un Patek Philippe battuto a 89mila euro. Si è conclusa la prima asta digitale dell’Agenzia delle Dogane

Si è conclusa da poche ore la complessa procedura che ha visto impegnati i funzionari dell’Agenzia delle Dogane nella prima asta digitale organizzata nel rispetto delle misure di contenimento della diffusione del covid.

L’asta si è tenuta nell’arco di cinque giorni lavorativi, nel mese di giugno, e ha portato alla vendita di una gran quantità di merce confiscata o abbandonata, oggetto di attività di sequestro per contrabbando.

Il tesoro all’asta era costituito principalmente da orologi di noti brand di lusso oltre a lingotti d’oro, pietre preziose, gioielli, accessori di moda, monete e medaglie da collezione (in particolare 19 medaglie celebrative di Giovanni Paolo II nei tre metalli preziosi oro, argento e bronzo) e, meno che in passato, prodotti da smarphone.

Dei 100 lotti messi all’asta ne sono stati aggiudicati ben 94, realizzando introiti per una base imponibile di circa 850mila euro che, sommati ai diritti doganali dovuti, avvicinano il tetto d’incasso al milione di euro.

Particolarmente apprezzato il “lotto 39” costituito da un orologio da uomo marca Patek Philippe con quadrante nero e con cinturino e cassa in acciaio che, partito da una base d’asta di 32.376 euro, ha visto la maggiore concorrenza tra gli offerenti e il maggior numero di rialzi, venendo quindi battuto a 89.100 euro.

Il collezionista che se lo è aggiudicato ha versato, inoltre, i relativi diritti per oltre 19.600 Euro

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