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Ufficiale: Lombardia in zona arancione da lunedì primo marzo. Chiudono bar e ristoranti

La Lombardia è ufficialmente in zona arancione da lunedì prossimo primo marzo.

La conferma è arrivata pochi minuti fa dal presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi.

Confermate dunque tutte le anticipazioni, che peraltro poggiavano su un quadro decisamente in peggioramento a livello lombardo.

Basti pensare agli oltre 4mila casi soltanto ieri e oggi in regione, all’intera provincia (quella di Brescia) con altre singole zone già finite in zona “arancione rafforzato” o addirittura rossa (i comuni di Bollate, Mede e Viggiù), all’incremento dei contagi per la sola provincia di Como che si è attestato sul +45% nell’ultima settimana rispetto ai 7 giorni precedenti.

COSA SUCCEDE IN ZONA ARANCIONE

Negozi ancora aperti ma chiusura di bar e ristoranti anche a mezzogiorno con la vendita di cibi e bevande nella modalità di asporto (dalle 5 alle 18, senza restrizioni; dalle 18 alle 22, vietata per i bar; consegna a domicilio consentita senza limiti di orario); nei festivi e prefestivi chiusi gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati, a eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, tabacchi ed edicole; chiuse palestre e piscine; consentito lo sport individuale.

Sul fronte degli spostamenti, in area arancione, sono consentiti all’interno del proprio Comune, tra le 5 e le 22, nel rispetto delle specifiche restrizioni introdotte per gli spostamenti verso le altre abitazioni private abitate; spostamenti verso altri Comuni consentiti esclusivamente per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute.

Sempre in vigore anche il cosiddetto coprifuoco: dalle 22 alle 5 consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute.

Per quanto riguarda le visite ad amici o parenti, in quest’area è consentito, una sola volta al giorno, spostarsi verso un’altra abitazione privata abitata dello stesso Comune, tra le 5 e le 22, a un massimo di due persone, oltre a quelle già conviventi nell’abitazione di destinazione. La persona o le due persone che si spostano potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che convivono con loro.

A chi vive in un Comune che ha fino a 5.000 abitanti è comunque consentito spostarsi, tra le 5 e le 22, entro i 30 km dal confine del proprio Comune (quindi eventualmente anche in un’altra Regione o Provincia autonoma), anche per le visite ad amici o parenti nelle modalità già descritte, con il divieto però di spostarsi verso i capoluoghi di Provincia.

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