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Lombardia zona rossa, Fontana ancora all’attacco di Conte: “Uno schiaffo ai lombardi e ai loro sacrifici”

Il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana proprio non ci sta. E ora, dopo l’attacco antecedente la conferenza stampa del premier Conte sull’annuncio delle zone rosse, arancioni e gialle, torna a lanciare bordate verso Roma.

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“Conte ha confermato, durante la sua diretta, che i dati sui quali sono state basate le scelte che portano la Lombardia in ‘Fascia Rossa’ riguardano il monitoraggio della settimana dal 19 al 25 ottobre – ha affondato Fontana – Venerdì sarà il 6 novembre. Come gli esperti ci hanno sempre spiegato, i dati di oggi equivalgono alla fotografia dei 7 giorni precedenti”.

Video – Lombardia zona rossa? Fontana sbotta: “Con i dati di 10 giorni fa sarebbe inaccettabile”

“Quindi, oggi Conte ha deciso di chiudere la Lombardia con i dati della settimana scorsa, che equivalgono alla situazione epidemiologica di due settimane fa – conclude l’attacco il presidente della Regione – Questa scelta non tiene conto dei sacrifici già fatti dai lombardi negli ultimi 10 giorni. Le richieste formulate in queste ore non sono state prese in considerazione. Uno schiaffo alla Lombardia e ai lombardi”.
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9 Commenti

  1. Si lamenta che usano dati vecchi, quando in Lombardia ti fanno i tamponi 10 giorni che te li hanno prescritti (e ti danno i risultati altri 2-4 giorni dopo)?
    Altro che la fotografia di 7 giorni fa…

  2. Faccia una passeggiata fuori dal S.Anna così si rende conto della situazione. Altro che ascoltare un incapace che iun giorno dice una cosa e l’altro il contrario dopo aver preso ordini dal capo Papeete.

  3. Adesso ci riempiranno la testa con “Roma Ladrona”; “Perché la Lombardia sì e la Campania no”. L’unico modo per rispondere alle ragioni di questo “commissariamento” sono i soliti slogan. Sempre uguali.
    Non conosco i dettagli degli algoritmi che hanno usato per definire i cluster per i quali la Lombardia è stata inserita in Zona rossa. Tuttavia, il buon senso dice che siamo la Regione per la quale l’attenzione deve essere maggiore. Siamo quelli che hanno la più alta densità abitativa, il dato percentuale tra contagiati e tamponi è tra i più alti, maggiore il numero dei morti e di chi ha avuto la sfortuna di finire in terapia intensiva. Insomma, non siamo certo in condizione migliore di altri e l’ordinanza della Regione Lombardia era evidentemente insufficiente. La capacità poi che ha dimostrato la Regione Lombardia di gestire la pandemia questa primavera non lasciava presagire nulla di buono. Sembrerebbe, anche per come sono state gestite altre situazioni, che il Governo centrale ha commissariato la Regione per manifesta incapacità. È quello probabilmente che lascia di più l’amaro in bocca al povero Governatore. Povero veramente.
    Infatti, quello che deve lasciare l’amaro in bocca a noi è come sia possibile che la Regione più ricca d’Italia, la locomotiva industriale ed economica, la capitale morale e culturale elevi ai vertici della politica personaggi come Fontana, Gallera, Cattaneo per non parlare dei fenomeni nostrani. Ma come è possibile?

  4. Perché secondo lei Fontana non ha cercato di far valere le sue ragioni, inascoltate, prima che Conte decidesse la chiusura?
    Perché secondo lei i cittadini non si lamentano? Ha letto cosa ha detto Fontana sul rilevamento dei dati?

  5. Fontana dovrebbe lasciare che a lamentarsi siano i cittadini. Da un presidente di regione ci si aspetta che faccia valere le sue ragioni prima che vengano prese le decisioni.
    Tuttavia poiché ovviamente la situazione covid in Lombardia è spaventosa, nessuna motivazione può prevalere sul salvare vite umane.
    Quindi queste boutade sanno tanto di tattica politica. Becera.

  6. Fontana abbia pietà dei medici infermieri e pazienti della cardiologia che si sono trasferiti a Cantù per fare spazio a nuovi posti covid. Non stiamo giocando. Era inevitabile questo lockdown . Non si può continuare a parlare a vuoto.

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