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L’ossigeno più forte del Covid: più di 400 respiratori realizzati con maschere Decathlon. La comasca 3dp World anche in Yemen

Una storia di grande solidarietà arriva dalla 3dp World, azienda di via El Alamein a Como specializzata in stampa 3d.

Nel periodo dell’emergenza sanitaria, infatti, l’impresa ha trasformato oltre 400 maschere da snorkeling granfacciali in maschere per respiratori da fornire agli ospedali del territorio con pazienti Covid.

Per portare a termine questo obiettivo, i due titolari Alberto Canali e Barbara Ferrari hanno chiesto una mano ai cittadini che, prontissimi a rispondere al loro appello, hanno fornito le proprie maschere da sub all’azienda per permettere di avviare la sperimentazione.

“Siamo stati i primi ad avere l’idea di una donazione da parte dei cittadini, ne abbiamo ricevute davvero tantissime dai comaschi – spiega Alberto – dopo di che, gratuitamente, abbiamo costruito le valvole donando una ventina di kit all’ospedale Valduce per verificare che funzionassero. Il tutto è avvenuto in una decina di giorni a fine marzo”.

Ma non solo: la 3dp World ha fornito i nuovi dispositivi anche ad altri ospedali del territorio tra cui il Sant’Anna, il Fatebenefratelli di Erba e il Sant’Antonio Abate di Cantù.

“Abbiamo lavorato per 10 giorni di seguito, giorno e notte, in modo completamente gratuito per aiutare i pazienti Covid ricoverati nelle strutture ospedaliere – continua – sono state realizzate più di 400 maschere tra cui quelle destinate agli ospedali di Como e un centinaio a una Rsa di Bergamo che aveva bisogno di dispositivi di grandi dimensioni”.

Le maschere create dalla 3dp World non sono state utilizzate solo sul territorio comasco o lombardo, ma hanno varcato i confini nazionali. “A 20 giorni dalla fine dell’emergenza abbiamo spedito 150 maschere con relativo kit nello Yemen – aggiunge – tramite l’azienda di Cristian Fracassi di Brescia, che ci aveva dato l’idea delle maschere e ha fatto spedizioni anche fino in Brasile. Le maschere ospedaliere costano più di un centinaio di euro, noi le abbiamo donate e quindi molti paesi poveri ne hanno fatto richiesta. Per noi è stata una grande soddisfazione anche perché in alcuni casi si trattava di paesi in situazione di guerra permanente, avevano bisogno delle maschere per dare ossigeno ai pazienti per affrontare il Covid”.

Un grandissimo gesto di solidarietà, quindi, che ha ripagato Alberto e il suo staff della fatica immensa impiegata per creare i dispositivi. “È stato molto stancante ma gratificante – commenta commosso – eravamo anche noi in lockdown ma io abito sopra il nostro ufficio e il negozio, quindi non uscivo nemmeno di casa. Vedendo arrivare le macchine della Protezione Civile che ci portavano le maschere, abbiamo avuto realmente l’idea di quanto la gente sia disposta a fare del bene nei momenti di bisogno”.

Nei mesi successivi, poi, l’esempio della 3dp World è stato utilizzato per studiare altri dispositivi in grado di aiutare ad affrontare l’emergenza. “Tante università e aziende private ci hanno chiesto informazioni su cosa poter fare e come poterlo creare con le stampanti 3d, per essere utili durante l’emergenza – spiega – molti sono andati avanti a produrre supporti come visiere per l’utilizzo da parte dei medici in ospedale. È stato bello vedere tante menti italiane che si sono applicate per creare qualcosa di innovativo. L’emergenza ci ha visto primeggiare in queste piccole situazioni, spesso ci sottovalutiamo come popolo ma siamo meglio di ciò che noi stessi pensiamo”.

Se dovesse esserci ancora bisogno di dispositivi come le loro maschere, infine, la 3dp World non si tirerebbe indietro.
“Qualche maschera è ancora in giro, anche se spero vivamente che non si presenti più una situazione simile – conclude – in questi giorni la preoccupazione c’è, nel caso saremmo pronti a tornare ad aiutare gli ospedali”.

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